Marco
Raggiungiamo Kayseri in giornata dove Mesut e la sua amica Ezgi ci attendono. « Se andate da quelle parti dovete assolutamente assaggiare i mantar (una versione turca di ravoli in miniatura) e ancora meglio se fatti in casa » ci dicevano tutti lungo il cammino. Ed eccoli qui fumanti in un ricco piatto sul tavolo, li ha preparati con tanto amore la nonna di Ezgi, cosa chiedere di più ! I ragazzi ci portano in macchina sulla collina di fronte per poter ammirare il panorama. Immaginate, non so, 500 palazzi di 15 piani tutti uguali...ecco, questo è lo scenario. « È opera dei palazzinari...pensa che solo 10 anni fa qui non c'era niente » ci racconta il cugino architetto di Ezgi che per l'occasione ci ha raggiunto. La Turchia è nel pieno del suo boom economico e in questo momento costruire palazzi sono soldi facili e veloci. Eppure basterebbe dare un'occhiata ai Paesi vicini che in passato hanno già attraversato questa fase per poter correggere il tiro ed evitare di commettere gli stessi errori. Passiamo una giornata con gli amici di Ezgi e Mesut, alcuni sono curdi e in breve ho già tutto un nuovo vocabolario di parole. Stiamo per uscire dal caffè della zona universitaria quando un gruppo di una decina di persone mi si piazza davanti. Mi stringono la mano mentre qualcuno scatta delle foto. O sono diventato famoso all'improvviso o mi avranno confuso per qualcuno altro, penso tra me e me mentre provo a spiegare che si stanno sbagliando di persona. Nessuna delle due opzioni, sono tutti scesi da uno di quei furgoncini che passano la giornata a fare propaganda politica. Sono di un partito di sinistra e sperano di guadagnarsi qualche voto facile tra gli studentelli del quartiere con foto e falsi sorrisi. In due giorni percorriamo 450km. Merito del duro allenamento ? Niente affatto ! Da qui fino alla foresta pluviale che si antepone al mar Nero non c'è praticamente quasi nulla ed è monotono persino in auto. Usciamo dalla città, ora la strada va solo nella nostra direzione. Qui la via è dritta e le vetture hanno il tempo di vederci e lo spazio per frenare. Paletta catarifrangente alla mano e pollice in su. « Tiph mettiti avanti a me che sei donna e attiri di più l'attenzione ». Eccolo che si ferma un lungo camion che trasporta marmo, ci daranno un passaggio fino a Sivas. Come quando si entra in casa, le scarpe rimangono fuori dalla cabina, sui gradini. Sono in tre, due autisti che si alternano (nove e nove ore) e un altro che gestisce la parte commerciale. Brum, bruuum...1000 litri di diesel ci vogliono per riempire il serbatoio, con gli stessi soldi di un pieno viaggiamo un anno in bici! Il secondo passaggio della giornata lo attendiamo sotto la pioggia. Il punto strategico è una postazione di controllo dei mezzi pesanti. Stacchiamo le borse e ben presto le bici fanno compagnia a cocomeri e pomodori. Nella cabina c'è tutto il necessario per non farsi mancare del tè. Siamo a fine giornata e un parchetto nella cittadina di Zara ospiterà la nostra tenda. Attiriamo non poco l'attenzione e mentre la montiamo diverse famiglie ci guardano incuriosite dai loro balconi. Al mattino una di loro ci manda del tè tramite le loro figlie in uniforme pronte per andare a scuola. Un po' di bici per sgranchirsi le gambe, Tiph allunga il dito che stiamo ancora pedalando ed ecco il primo stop della giornata. Questa volta le bici restano al fresco tra formaggi , burro e yogurt confezionati. Ci siamo quasi, mancano 30min di auto per raggiungere il colle. « Stop, polizia ! Dove andate ? Bene, bene, caricate questi due turisti ». Ormai non solo siamo diventati pigri perchè avanziamo in autostop, ma c'è qualcuno che lo fa al posto nostro. Una pattuglia di polizia in borghese dopo averci domandato la nostra direzione e se fossimo sposati ha deciso di fermare tutte le auto per trovare quella giusta per noi :) Eccolo eccolo, arriva verso di noi ! Questa volta le bici sono sdraiate su un tappeto di pacchetti. Entriamo all'interno di un furgone della posta. Si chiude il portellone, è tutto buio, mi sento un po' come un clandestino. 25min di sballottolamenti dopo ritorniamo alla luce. Sembra di aver preso un aereo tanto che il paesaggio è cambiato. Siamo a più di 2000mt d'altitudine, c'è ancora la neve, tutto è immesamente verde, siamo nel bel mezzo della foresta pluviale, davanti a noi 100km di discesa per raggiungere il Mar Nero. Marco |
AutoriMarco + Tiphaine: cicloviaggiatori alla scoperta del Mondo e di realtà ecosostenibili VideoNEWS-LETTERSEGUICI SUSCRIVICIT-ShirtFOTOCategories
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May 2019
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