Fino ad oggi avevamo il vento a favore ed ora che decidiamo di salpare ce l'abbiamo proprio sul muso. Per quanto la barca a vela sia sinonimo di libertà bisogna fare i conti con gli elementi della natura. A differenza di un'auto, in mare non ti puoi fermare quando vuoi. Si avanza sempre e di notte si fanno i turni. Se non vuoi farti tartassare dalle tariffe portuali, che possono variare dai 20 ai 150/300 euro giornalieri, è necessaria una dettagliata pianificazione dei porti in cui passare o in alternativa conoscere luoghi in cui le condizioni per ancorare siano favorevoli.
Igor dice: “una barca richiede o troppi soldi o troppo tempo”.
E non ha tutti i torti se si considera anche l'enorme cura e manutenzione di cui ha bisogno. Devo ammettere che avevo proprio un'altra idea: preferisco essere un semplice passeggero! Domani si parte o almeno così è previsto. Meno male, perchè non ne potevo più di rimanere fermo nel porto.
Domenica 28 Settembre. A contare non sono più i chilometri ma le miglia marine. Alle bici spetta un posto d'onore, la cabina più grande a prua. Le condizioni climatiche non sono ottimali ed alcune volte siamo costretti ad andare a benzina per evitare di rimanere fermi. Altre volte, invece, è il vento il vero propulsore e spinge più forte di quando si usa il motore. In queste occasioni navigare è puro piacere. Senti solo l'aria che ti scuote i vestiti, che gonfie le vele e la barca che sinuosamente scivola nell'acqua. Igor ci spiega che un buon timoniere è colui che con dei movimenti quasi impercettibili riesce a far filare dritto la barca. “Ogni movimento frena la corsa e dà una direzione. L'onda va cavalcata lasciando la barca libera nella salita, poi nella discesa basta un colpetto di timone e ci si rimette in rotta”...“ok capitano”. Per quanto riguarda me, mi bastano 3-4 ore per innaugurare la partenza. Il mio corpo reagisce ai movimenti instabili del mare e ben presto, per la gioia dei pesci, mi ritrovo chino a riversare tutto ciò che avevo mangiato nella ultime 12h. Almeno è liberatorio e per il resto della navigazione sono a posto. I turni sono decisi: Griet fino all'una di notte, io le do il cambio e sorveglierò fino alle 4,00 del mattino e Tiphaine fino alle 7,00. Il capitano sarà in allerta tutto il tempo e dormirà quando potrà. Basta un leggero accenno di voce: “Igo...” e ancora prima di terminare il suo nome, con uno scatto rapidissimo, è già lì affianco a te. Inseriamo il pilota automatico. Se di giorno tutto risulta più facile, in assenza di luce tutto diventa più complesso. Nonostante il codice di luci utilizzato in mare per capire la posizione e la direzione delle imbarcazioni, bisogna essere estremamente vigili. Come prima traversata notturna è piuttosto animata. Costeggiamo il litorale e decine di imbarcazioni ci passano vicine. Per non parlare delle reti da pesca da evitare. |
Marco