Il capo cantiere, i soldati e gli impiegati di frontiera hanno tutti una cosa in comune, hanno la faccia da asiatici. Tre giorni di nave e per la prima volta iniziamo a percepire la vicinanza dell'Asia dell'est. Incroci tra occhi a mandorla e tratti russi danno forma a volti intriganti. Per noi che viaggiamo in bici, tutto cambia gradualmente. Immensi blocchi squadrati disegnano grossi palazzoni fatiscenti dal color sabbia. Privi di qualsiasi decorazione non vi è alcuna differenza tra loro se non i numeri che li identificano. Quello in alto, visibile da lontano, indica il quartiere, quello posto in basso una parte precisa della costruzione che può arrivare ad essere lunga svariate centinaia di metri. L'unico segno di ammodernamento sono le scatole bianche esterne che indicano la presenza di un condizionatore, così come bianche sono la maggior parte delle auto per contrastare al meglio il forte sole. Perfino alcuni semafori riflettono i resti del regime sovietico, sono quadrati. Il tondo, le curve, la bellezza dell'irregolarità, l'armonia non appartengono a questa città, benvenuti ad Aktau !
Aigerim e Bakhtiyar sono due fratelli da poco iscritti al sito Couch Surfing, siamo i loro primi ospiti e ci riserveranno una grande accoglienza. Lei, che ha fatto gli studi per diventare medico, oggi lavora come commerciale per una multinazionale farmaucetica. Lui, appassionato di lingue e storia, è passato dall'inglese e greco antico a lavorare per una delle grandi aziende petrolchimiche locali. Nonostante i compromessi che hanno dovuto accettare per «adattarsi» a questo sistema, il loro sogno di vivere in un Paese più rispettoso per l'uomo è ancora accesso e da qui la voglia di trasfersi a Strasburgo. Stanno imparando il francese e lui, che lo parla già meglio di me, l'ha appreso da solo dai libri.
L'acqua del rubinetto è quella del Caspio depurata. Per anni l’energia nucleare e’ stata utilizzata dall’industria di desalinizzazione, ma il Kazakhstan indipendente non sa che farsene delle scorie nucleari ed e’ passato cosi' all’energia fossile (che ne facevano i russi dei rifiuti…..?). Intanto non possiamo comunque bere quest’acqua dall’odore strano. Con i ragazzi andiamo al supermercato a farne provviste. Qui i capelli lunghi e ricci e la barba sono caratteristiche assai rare e la gente mi ferma per chiedermi di fare una foto con loro. Ci troviamo nella città più cara del Kazakhstan e qui tutto è importato. Mi viene comunque da sorridere nel vedere nella corsia dei vini bottiglie di Lambrusco e Nero d'Avola vendute tra i 20 e 30 euro l'una.
Le bici scricchiolano e ondeggiano sotto il peso dei 20 litri d'acqua e delle riserve di cibo. Di un colpo il nostro carico è aumentato del 50%, sembra di andare col freno a mano tirato. Di Aktau ormai vedo solo dei piccoli cubi lontani, fuori non c'è nulla, siamo alle porte del deserto ! Ci scrutano con i loro occhioni, ci seguono con il lungo collo, muovono la bocca una volta a destra e una a sinistra, sembra stiano masticando un chewingum, che buffi ! Sono dromedari e cammelli che non tardano a fare la loro apparizione. Per chilomentri centinaia di pompe estraggono l'oro nero. I loro movimenti, lenti e regolari, fanno girare il mondo più veloce. Non le avevo mai viste dal vivo.
Le distanze e la frequenza dei villaggi è cambiata e servono 150km per raggiungere il primo paesino dove parenti di amici di amici di Aigerim e Bakhtiyar ci ospitano. Sul retro di casa ci tengono i cammelli così come in Europa abbiamo le mucche. Fa strano solo nel mio immaginario visto che prima di oggi ho osservato questi animali dalla platea di un circo. Lo chiamano Schubat, ci scoliamo un bel litro e mezzo di latte di cammello fermentato e recuperiamo tutte le energie della giornata. È la bevanda nazionale ed è considerato al pari della carne tanto che è nutriente. 6 litri di latte al giorno produce un cammello. Visto il prezzo a cui si vende (quasi 2,5 €/lt) 5lt vanno all'uomo e solo 1lt ai piccoli di cammello che vengono tenuti in ostaggio per far ritornare le mamme dopo il pascolo e liberati durante la mungitura per assolvere il compito di stimolare le mammelle. Cinque esemplari e hai già il tuo bel business.
Mentre gli uomini sono placidamente stesi a terra a fare nulla, nell'altra stanza c'è la moglie intenta a fare tutto il resto. Qui la donna non porta il velo, ma col matrimonio firma la fine della sua libertà o almeno del suo tempo libero. Per « tradizione » va ad abitare nella casa della famiglia di lui dove fratelli sorelle e genitori vivono tutti sotto lo stesso tetto. Sempre per tradizione è lei che ha il dovere di occuparsi dei bambini, lavorare, gestire l'orto, mungere i dromedari, pulire casa e prepare da mangiare per tutti. La suocerà è ben contenta della new entry alla quale passerà il testimone di « schiavetta tutto fare » e potrà finalmente anche lei non muovere più un dito in casa.
Con i cammelli ci cade un mito ! A tavola tra un discorso e l'altro veniamo a sapere che quello che ci hanno sempre detto da bambini non è vero : nelle gobbe non c'è dell'acqua, ma riserve di grasso....è stato un po' come scoprire che Babbo Natale non esiste !
Marco
15 Luglio 2015 18h : Porto di Alat a 70km a sud di Baku. Controllo dei passaporti, timbro d'uscita dalla Repubblica dell'Azerbaigian 18h30 : «benvenuti a bordo del Qarabağ !», un uomo con la camicia aperta si dirige verso di noi e ci prende i passaporti. Sistemiamo le bici affianco ai vagoni già imbarcati. 19h : Buona notizia, abbiamo una cabina con un letto ciasciuno. Secondo le informazioni di altri viaggiatori non è sempre così, dipende dalla compagnia, è un po' come la lotteria. Condividiamo la cabina con John e Ginevra, i ciclisti inglesi con i quali abbiamo pedalato da Seki a Baku. Per avere una camera privata con doccia capiamo subito che l'ufficiale vuole dei dollari...per la sua tasca ! Ci avevano avvisato, a bordo ognuno prova ad arrotondare come può. 21h : Cacciamo fuori la cena dalle nostre scatole (secondo le nostre fonti i pasti e l'acqua potabile a bordo non sono sempre forniti durante la traversata, dipende sempre dalla compagnia cargo). Marco ha comprato del cibo in gran quatità prima di patire, non si sa mai. Uno dei membri dell'equipaggio ci informa : « i pasti sono serviti tre volte al giorno per tutti, non c'è bisogno di pagare di più » Marco : « benissimo, a che ora è il servizio » Marinaio : « abbiamo appena finito di cenare » Marco : « Ah, e non potevate dircelo ? » Marinaio : « È un vostro problema » Marco, spontaneamente e scherzando : « fan***lo » 21h05 : Il ragazzo si innervosisce, gli altri marinai fanno segno a Marco che quella parola non andava detta...dico a Marco che anche se era per scherzare e che il ragazzo non è simpatico, non era il caso...dobbiamo ancora restare molte ore forse giorni su questa nave, meglio trascorrerli in tranquillità onde evitare che ci buttino in mare lungo il tragitto. 21h08 : Ci servono dell'acqua gassata come per scusarsi di non averci detto nulla riguardo la cena e il capitano ci mostra la sala in cui si mangia e ci indica gli orari per i giorni a venire. 21h15 : Gli uomoni si sono calmati..alalala non vale la pena di innervosirsi per una questione di cibo ! 22h20 : Vado a coricarmi, siamo ancora al porto...e meno male che ci avevano stressato per partire alle 19h... 16 Luglio 2015 7h30 : Sveglia, siamo in mare, intravediamo la costa da lontano, una città...sembrerebbe Baku con le sue Flame Towers....Un marinaio ci informa : la nave si è fermata al riparo della baia di Baku. Forte vento e mare troppo agitato ci impediscono di prendere la direzione di Aktau. 8h : La donna che serve la colazione, Fatima, ci mostra i 10 manat che i camionisti gerogiani le hanno lasciato, ci fa segno di fare lo stesso...ci hanno detto che era tutto incluso...buon tentativo signora ! (le lasceremo i manat che ci retano quando lasceremo la nave) 9h : Leggo « Désert » di Le Clézio che Thomas, un cicloviaggiatore francese, mi ha dato in cambio di « Il cane di Mao » che è meglio non avere con sè visto che ci avviciniamo alla Cina. Thomas fa il cammino dall'altro senso (partito dallla Cina, rientra in Francia), l'abbiamo incontrato alla frontiera azero-georgiana e abbiamo passato la serata insieme scambiandoci consigli e cartine sulle rispettive strade che ci aspettano. 18h30 : Ginevra suona il violino e mi insegna la melodia del film Pulp Fiction sulla diamonica di John. 19h : Fatima viene ad ascoltare la musica che suoniamo, mi propone di restare a lavorare a bordo della nave con lei e di non scendere ad Aktau, si lamenta di avere troppo lavoro (a lei spettano le pulizie, la lavanderia e servire i pasti). Ci sono almeno una dozina di uomini dell'equipaggio e siamo 8 passeggeri. 21h : Magnifica la luce del tramonto su Baku. Per tutta la giornata la nave è rimasta ancorata...il vento non si placa. 17 Luglio 2015 8h00 : Questa mattina i motori girano, siamo finalmente partiti. 9h30 : Lettura sul ponte, una tazza di tè in mano, tranquilla, aria fresca sotto il cielo nuvoloso, cullata dal movimento dello scafo. 11h30 : Passiamo vicino alle piattaforme petrolifere, da lontano si intravede un'isola..sembra che ce ne sia una nel Caspio abitata solamente dagli impiegati della BP (British Petrolium) e dalle loro famiglie con tanto di scuola e negozi.... 12h30 : I due passeggeri azeri si lamentano del troppo parlare durante i pasti, ci fanno capire che, come era anche in Turchia, prima di mangia poi si parla. 13h : Provo a scrivere sul computer, ma l'ondeggiare della nave mi dà la nausea, mi stendo sul letto con la musica nelle orecchie. 14h : Niente all'orizzonte, solo mare... 15h30 : Faccio avanti e indietro sul ponte per sgranchirmi le gambe e stiracchiarmi un po', ma il sole batte forte questo pomeriggio. 17h : L'ingegnere meccanico della nave e Ginevra suonano in duo il violino e diamonica. 21h : Ci sono dei temporali questa sera, a qualche chilometro ad ovest piove ! Ci viene in mente la traversata Spagna-Sardegna in barca a vela quando facevamo i turni di notte...ma ci si sente meno vulnerabili a bordo di una nave cargo. Woow che spettacolo ! Dei lampi scuarciano l'intero orizzonte. Indosso la giacca impermeabile, trovo un angolino sul ponte nel buio della notte, guardo i raggi di luce che trafiggono il cielo. Impressionante, magnifico ! La pioggia si allontana o siamo noi che ci allontaniamo, è dietro di noi. 23h: Addormentandomi conto i giorni e calcolo quanto tempo avremo a disposizione per raggiungere la frontiera uzebeka da Aktau. 552Km da percorrere, il visto uzbeko comincia il 2 agosto e in Kazakhstan non possiamo rimanere più di 15 giorni senza visto. Metteremo piede su terra kazaka il 18 luglio probabilmente...luglio ha 31giorni...ooops dovremo passare la frontiera kazaka il primo agosto, ma potremo entrare in Uzbekistan solo il 2 agosto...una notte nella terra di nessuno tra le due frontiere sarà inevitabile. Nella fretta della disponibilità di una nave, non ci abbiamo pensato ! In realtà siamo molto fortunati che la nave porti un giorno di ritardo, altrimenti avremmo dovuto aspettare una notte e un giorno nel deserto senza punti d'acqua e senza ombra ! 18 Luglio 2015
7h30 : Terra ! Terra ! Là dove il sole alza si intravede una grande torre sulla costa kazaka, : Maika, il complesso industriale di desalinizzazione che fornisce acqua a tutta la regione. 9h : Dei palazzi all'orizzonte annunciano Aktau. Ci prepariamo ad immergerci in una nuova cultura, a scoprire un nuovo Paese, è sempre un momento di grande eccitazione ! Un'altra pagina del viaggio. In bici attraversiamo degli Stati che non avremmo mai pensato di andarci per una vacanza, e quindi non ne sappiamo pressoché nulla ! 11h : Ma tu guarda i motori si spengono...l'ancora tocca il fondo della baia di Aktau di fronte al porto...ci dobbiamo preparare per una nuova notte a bordo ? Potrebbe essere meglio che nel deserto alla frontiera kazaka-uzbeka ! Per noi qui è un gran lusso : doccia a disposizione, pasti serviti, corrente elettrica... 13 h : Nell'attesa ci divertiamo a prendere i panni del comandante nella cabina di pilotaggio tra radar, binocoli, pulsantini colorati e telefoni radio per parlare con le torrette di controllo. 16h : La nave si muove proprio ora che Ginevra e John improvvisavano un concertino per intrattenersi un po'. Lo scafo attende che si liberi un posto al porto. 18h : La nave accosta, un signorina della dogana accompagnata da due militari sale a bordo. Dobbiamo aspettare nella nostra cabina. 19h : Ci pongono tante domande, trovano strano che due persone di Paesi diversi possano viaggiare insieme. 19h40 : Il timbro kazako trova posto su una delle pagine vergini del nostro passaporto. Al posto di frontiera aspettono di imbarcarsi Juan e Daniela, una coppia argentina in viaggio da 6 anni in autostop in giro per il mondo. Che bello il loro messaggio : « eliminar la frontera más peligrosa es la que nosotros mismos creamos e inspirar a otros a amar el mundo e perseguir sus sueños» (marcandoelpolo) Una guardia lancia il conto alla rovescia : « 3, 2, 1...GO ! Benvenuti in Kazakhstan ! » la barra metallica si solleva, pedaliamo su suolo kazako ! Tiphaine |
AutoriMarco + Tiphaine: cicloviaggiatori alla scoperta del Mondo e di realtà ecosostenibili VideoNEWS-LETTERSEGUICI SUSCRIVICIT-ShirtFOTOCategories
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