Ad Aksaray, Turgay, il nostro WarmShower, mi insegna il talva attorno ad una tazza di salep. Che cos'è il talva ? Che cos'è il salep ? Il primo non si mangia, il secondo si beve. Da quando siamo arrivati in Turchia ovunque, giovani, vecchietti, nei saloni del tè, nei parchi, nei caffè, giocano a talva (una sorta di dama)! Farina d'orchidea, latte, zucchero, cannella, si beve caldo, il salep è delizioso ! Tiphaine |
Sulla strada tra Konya e Aksaray siamo circondati dalla steppa. In lontananza intravediamo un vulcano con la cima innevata, il monte Hasan raggiunge i 3200mt. Facciamo tappa a Sultanhani ed visitiamo un Caravanserraglio, una vera e propria fortezza. Per un attimo ci immaginiamo viaggiatori della via della seta venuti a trovare un rifugio per la notte al riparo dalle intemperie e dai briganti. Mentre stiamo seduti sul marciapiede a discutere sul da farsi da qui alle prossime ore, Hali, venditore di tappeti e proprietario del negozietto davanti al quale ci troviamo, ci invita a bere un tè. Vende tappeti antichi : i nuovi tappeti non valgono più niente, non ne fanno più di qualità » ci dice, poi ci mostra delle sacche per gli asini o cammelli, delle corde, dei sacchi per il grano, delle mantelle porta bambini....tutto in lana tessuto a mano, molto resistente e esteticamente belli. E già tutti questi pezzi risalgono all'epoca prima della plastica. A guardare i colori si potrebbe confonderlo con il lago salato della Bolivia, ma siamo sempre in Turchia a soli 900mt d'altitudine. Tuz Golü è il secondo lago più grande del Paese e il 70% del sale consumato in Turchia proviene da qui. In estate, i 2mt di profondità massima, lasciano spazio a strati di 30cm di sale. Col pretesto di raggiungere il villaggio all'altro capo riusciamo ad addentrarci nel sito d'estrazione del sale. Il paesaggio è magnifico, i colori tra terra e cielo si mischiano...rosa, bianco , blu, viola....mettiamo le mani nell'acqua e dopo qualche secondo al sole sono bianche. Le pietre sono ricoperte di cristalli che presentano forme geometriche precise e visibili all'acchio umano, è affascianante. Taha e Seyitan, i ragazzi che ci ospitano a Konya, ci raggiungono per guidarci fino a casa. Ci catapultiamo immediatamente nella loro vita da studenti, ringiovaniamo di un colpo. Passiamo una giornata al parco, in programma : pallavolo, barbecue, tè e un po' di gossip tutti seduti su un gran tappeto che non dimenticano mai di portare per queste occasioni. Impariamo a mangiare i cekirdek o citcit (semi di girasole tostati), c'è una tecnica fatta apposta : tre morsetti per rompere il guscio poi si preme con la punta delle dita e il seme cade sulla lingua. Marco lo fa con così tanta disinvoltura che tutti dicono che è un turco ! Hanno portato anche delle prugne...verdi, croccanti, acerbe praticamente, ma le mangiano così con un po' di sale per spezzare l'amaro, non male. Parlo con le ragazze, curiose si apprestano a guardare prontamente tutte le mie foto su facebook dai loro smartphone e mi pongono tantissime domande. Hanno tra i 19 e 23 anni, non portano il velo, sebbene siano credenti, ma ci sono delle regole da rispettare : mi riprendono perchè la mia maglietta un po' corta lascia intravedere una parte della mia schiena quando mi siedo. A quanto pare non si fa, eppure porto dei vestiti larghi al contrario delle loro magliettine e pantaloni aderenti...ah lalallaa quindi quello che conta è non far vedere la pelle ? Tutte le sere alle 21h devono rientrare, il padre le aspetta a casa, non si scherza. Queste regole però non valgono per i ragazzi, solo per le ragazze. Konya è un « importante luogo di misticismo sufi », come mi scrive mio nonno in un messaggio. È la città in cui Mevlana Rümi fonda la confraternita dei dervisci rotanti nel 13esimo secolo. Sacchettini di plastica sulle scarpe per tutti e velo per le donne, stiamo per entrare nella moschea dove è custodita la tomba di Rümi. Per tutto il museo varie stanze riproducono con oggetti e statue i vari momenti di vita quotidiana dei dervisci. Essi sono celebri per la loro preghiera meditativa che prende forma di danza : al suono di flauto, girano su sè stessi simbolizzando, con movimenti circolari, i pianeti, gli atomi e i pensieri che a loro volta per sussistere devono ruotare. Rappresentano il ciclo della vita. Il palmo della mano destra rivolta verso il cielo con lo scopo di ricevere i doni di Allah e la sinistra rivolta a terra per dispensarli a tutti. Una guida turistica con la quale abbiamo parlato ci dà la sua interpretazione : la mano destra rivolta verso il cielo per ricevere ciò che la natura ci dà e la sinistra verso la terra per condividere tale ricchezza, perchè senza condivisione non c'è felicità. Degli studenti ci fermano per assolvere un compito in classe, siamo chiamati a rispondere ad alcune domande davanti ad un obiettivo. Poi leggiamo in turco una delle sette frasi famose del poeta, ma la nostra preferita è un'altra: « Uomo ! Viaggia da te stesso in te stesso ! Tiphaine e Marco
In Turchia ci sono almeno 3 cose che sono « sacre » : il tè, la colazione e i picnic con barbecue. Questi veri e propri riti spesso si svolgono a terra.
Dopo tre giorni di ascensione conquistiamo il colle di Alacabel a 1825mt ! Record d'altitudine raggiunto in bici. Come una ricompensa una coppia di turchi, che si era fermata per delle foto, ci offre dei biscotti al sesamo nero...non potevamo sperare meglio, non abbiamo più niente da mettere sotto i denti e il prossimo villaggio è ancora lontano. Il panorama è sbalorditivo, ci sentiamo piccoli in mezzo a questi alti rilievi. Pronti per la discesa ci lasciamo dietro le cime innevate. Come un branco di lupi affamati cerchiamo un punto di rifornimento. Lungo la strada un'insegna indica « Ekmek Trabzon », un odore di pane appena sfornato arriva dritto alle nostre narici ! 3TL per un pezzo, un po' caro ! Di solito il pane che troviamo ovunque costa 1TL, Marco cerca di contrattare, ma niente da fare, abbiamo troppa fame, paghiamo. Iniziamo il nostro pic-nic davanti al negozio, quando, dopo un po', il panettiere arriva e ci restituisce le 3TL, rimaniamo stupiti...Sarà il fatto di aver visto le nostre bici con tutto il loro carico ? O forse per aver notato il nostro aspetto non curato (eppure l'ultima doccia risale a soli 3 giorni fa) ? O per caso per aver udito le nostre bocche rumorose che apprezzavano il delizioso pane di Trabzon ? Mistero....ma rinraziamo di cuore !
Lunedi 4 maggio, pschiiitttt....la mia seconda bucatura del viaggio, la prima è stata a Lisbona. Mentre inizio la riparazione, una signora si avvicina, e mezza sorpresa e mezza divertita indica Marco che prepara da mangiare. Ovviamente, anche se la bici è mia, è l'uomo che deve sporcarsi le mani ! Prima di ripartire ci offre del tè preparato su una bella teiera tradizionale a legna e noi condividiamo con lei i baklava. Dopo la nostra prima notte nella steppa, ci fermiamo in una stazione di benzina e qualche secondo dopo eccoci a tavola per la colazione con un gruppo di curdi che gestiscono il posto e i loro amici camionisti. Uno di loro prova la mia bici carica di bagagli, come per assicurarsi che ciò che può una ragazza può farlo anche lui...ci sono stati momenti in cui temevo stesse cadendo! Il quinto giorno, secondo le scritture, risorgiamo! (essendo lenti ci mettiamo due giorni in più di Gesù Cristo). Addio, per un po', ad eterne salite, entriamo a Konya per una lunga ciclabile, inattesa e in leggera discesa, mi ricorda il nostro arrivo a Seviglia, che piacere !
Tiphaine e Marco Non avrei mai pensato che arrivasse il momento di salutarci. Ci conoscemmo quell'estate che io ero ancora un bambino e da allora amici inseparabili. Innumerevoli le volte che ho potuto contare su di te, venivo a trovarti senza troppo preavviso ed eri disponibile ; dal nostro incontro ne uscivo ogni volta fresco e rienergizzato. In Italia, ovunque andassi ad abitare eri sempre vicino. Anche all'estero sapevo di poterti ritrovare. Spagna, isole varie, Grecia, Turchia...da quando ho iniziato questo viaggio in bicicletta non mi hai lasciato mai solo. Qualche breve arrivederci, è vero, ma ecco che rispuntavi puntuale, bello e splendente, a tenermi alto il morale. Per ore, per giorni e settimane intere, sempre sul mio fianco destro, a farmi compagnia. Ora sono qui davanti a te, che ti contemplo ancora per qualche minuto...domani sarò in cima a quella montagna, un ultimo sguardo, una voltata di spalle, una discesa e non ti vedrò più per un bel po' di tempo. Si, passerò a salutare i tuoi parenti, ma tu sei diverso dagli altri, tu sei speciale, mi mancherai....a presto mio caro Mediterraneo !
Marco Era da tempo che lo stress della strada non ci preannunciava l'arrivo in una grande città. Tunnel, lavori in corso, strade ad alta percorrenza, macchine che ci sfiorano, ci stiamo avvicinando alla Miami turca : Antalya. Uno dopo l'altro, grossi complessi alberghieri occupano tutta la costa che antecede la città. Ogni tanto una piccola stradina tra gli alti muri che delimitano le proprietà sono gli unici accessi disponibili lasciati a chi non è « cliente ». Le ragioni economiche vanno ogni oltre immaginazione e logica ed ecco che spuntano numerosi negozi che vendono pellicce in piena estate ai turisti che per la maggior parte qui sono russi. Toygun e Sevgi sono alla loro prima esperienza warmshower, ma non lo dimostrano affatto. Capiscono immediatamente i nostri bisogni e non facciamo in tempo a mettere piede in casa che ci mostrano la doccia. Forse anche perchè non emaniamo proprio degli odori profumati. Sevgi e Toygun sono vegani e nonostante la colazione tradizionale turca sia a base di yogurt, uova, formaggio e miele, è possibile trovare un sostituto per ogni alimento e così....olive, crema di noccioline, crema di semi di papavero, farina di ceci al posto delle uova per la frittata e via discorrendo. Sevgi ci accompagna pazientemente per la megalopoli, cerchiamo pezzi di ricambio per le nostre compagne di viaggio. Poi tutti insieme andiamo nella città vecchia per un aperitivo nel bar in cui si sono conosciuti e hanno lavorato. Ci raggiunge anche il loro amico siriano, con lui, Sevgi, sta progettando di aprire il primo ristorante/fast-food vegano di Antalya. Ci salutiamo che la mattina ci fanno una dimostrazione pratica del mio piatto preferito di questi giorni : hamburger vegani a base di rapa rossa. Ci lasciano la ricetta, oltre a qualche hamburger per il pranzo di oggi. Sono grosse e belle rosse queste fragole. Sulla strada per Side, ogni 300mt c'è un venditore ambulante che espone la propria mercanzia. Ogni volta che ne superiamo uno la bava aumenta. Provengono dalle serre qui accanto, lo sappiamo, ma con il caldo soffocante di oggi e la voglia di qualcosa di fresco cediamo alla tentazione. Nekadar ? (Quanto costa?) bisogna sempre domandare per non avere brutte sorprese alla fine. Una lampadina si accende nella sua testa... « mhh turisti » leggo perfettamente l'espressione del suo viso che non riesce a nascondere quello che sta pensando. « 10 lire la cassetta da 1kg » risponde. Troppo caro, le ho viste al supermercato a 5lt al kg e queste sono vendute senza intermediari. Facciamo per andare (strategia che di solito funziona)... « aspettate, aspettate...6lire » Non cedo.. « ok 5lire ». I ragazzi di Antalya ce l'avevano detto : contrattare in Turchia fa parte della tradizione.
Serkan, il nostro prossimo warmshower di Side, ci sta seguendo sulla mappa on line con la posizione in tempo reale del nostro Spot e ci manda messaggi con indicazioni stradali ed incoraggiamenti : « ci siete quasi...al semaforo girate a destra....vi aspetta una bella birra fresca, lo meritate !... ». Marco |
AutoriMarco + Tiphaine: cicloviaggiatori alla scoperta del Mondo e di realtà ecosostenibili VideoNEWS-LETTERSEGUICI SUSCRIVICIT-ShirtFOTOCategories
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May 2019
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