Apro la porta, guardo a destra, niente. A sinistra, eccoli là! Un'onda di euforia mi attraversa, abbraccio finalmente i miei genitori.
Cominciano le tre settimane di vacanza: Samarcanda e il suo Registan, Nukus e il suo museo d'arte della collezione di Savitsky, Khiva e il suo minareto incompleto, Bukhara e le sue madrase...
I miei genitori sono dei viaggiatori e conto sulle loro capacità di adattamento. Abbiamo riservato loro qualche piccola sorpresa fuori dai sentieri battuti. Li porteremo a Qipchoq sulle rive dell'Amudaria.
Siamo passati di qui solo 15 giorni fa. Eravamo appena usciti dal deserto quando innanzi a noi appare questo grande fiume nel quale degli uomini facevano il bagno al tramonto. Il tempo di appoggiare le bici e anche noi ci immergiamo per ripulirci dallo spesso strato di sudore e polvere di cui ci aveva ricoperto il deserto. Per rispettare le tradizioni locali, entro in acqua vestita (così faccio due cose in uno: lavo me stessa e i miei vestiti), ma quando esco tutti iniziano a ridere. La mia camicia, cotta dal sole del deserto, si è lacerata da sopra a sotto con il peso dell'acqua.
Dopo il bagno, un gruppo di amici ci invita a mangiare del pesce. In loro compagnia attraversiamo il fiume su di un ponte galleggiante di lamiere saldate e arriviamo in questo luogo magico fatto di piccole imbarcazioni, riparate alla meglio, allestite con tradizionali tavolini bassi, materassini di cotone e cuscini, in cui viene servito pesce fritto a più non posso e del tè all'acqua dell'Amudaria. A banchetto concluso ci preparano delle «zanzariere uzbeke», proprio lì, nello stesso luogo dove avevamo appena cenato. Atmosfera incantevole, notte da sogno sul fiume.
Quando ci ritorniamo con mamma e papà, i proprietari del ristorante ci offrono persino un giro in barca. Quasi non finivamo tutti in acqua se non fosse stato per il capitano che, senza perdere la calma, al « glugluglu » dell'acqua che entrava nello scafo, ci ha riportato sulla terra ferma con una manovra degna di un film di James Bond.
Nella fiabesca atmosfera dell'hotel Amulet, realizzato all'interno di una vecchia madrasa, mamma e papà ci impartiscono lezioni di meditazione e Yoga per ammorbidire i nostri rigidi corpi da ciclisti. Dopo tutti questi apprezzatissimi giorni di comfort è arrivata l'ora di rispolverare le nostre bici e riprendere il cammino.
Tiphaine