A destra un bel pratino verde a strapiombo sul fiume, che scorre veloce 30mt più giù, è abbastanza grande e piatto per accogliere 4 tende, anzi 5 si è appena aggiunta un'altra coppia di tedeschi. Affollata 'sta Pamir ! D'altronde questa è una delle poche strade da cui si passa per andare verso il sud est asiatico. C'è chi per prima piazza la tenda, chi subito le sedioline, chi invece si fa da mangiare, io stendo il telo a terra e metto in pratica gli insegnamenti freschi freschi di yoga dei genitori di Tiph. Il buio cala che sono appena le 19:15, su di noi splende la via lattea. E vai con le foto in notturna! Prima di andare a nanna ne voglio fare una di gruppo. Come un direttore d'orchestra dirigo le luci che comporrano la foto : « ora !!! » e ognuno illumina dall'interno la propria tenda con la frontale, « ehh....stooop !! » le luci si spengono. Tempo che la macchina elabori la foto e l'immagine è pronta. « Hobi Kush » sogni d'oro in tagiko.
Avviso di Tiphaine: chi è di animo sensibile può passare direttamente al paragrafo sucessivo.
« Sei riuscita stamattina ? », « Si ne ho fatta una.... », « Oh beata te, io ancora niente..». Ormai a distanza di un anno e tre mesi di viaggio parliamo delle nostre cacche con tutta naturalezza. Come un trofeo di caccia discutiamo fieri e contenti di taglia, colore e modalità (soprattutto da quando Kazakistan e Uzbekistan hanno messo a dura prova i nostri intestini).
Il gruppo si disfa presto, ognuno ha la sua andatura e le sue esigenze, noi pedaliamo per qualche giorno assieme agli autraliani con i quali abbiamo in comune lo stesso ritmo lento. Entrambi non ci stressiamo su quanti chilometri fare al dì. A fine di una lunga giornata in cui avremmo pedalato quasi 1000mt di dislivello la mente e corpo sono stanchi. 7-8 metri più in basso c'è un bel posto per passare la notte accanto al fiume. In fondo alla curva la strada ha lo stesso livello dello scorrere dell'acqua, passeremo di là. Paul, va in avanscoperta, poi Leiset e Tiphaine seguono, io aspetto che intanto mi riposo. Mentre sto per avviarmi, da lontano i ragazzi mi fanno segno che hanno visto una strada più semplice per raggiungere l'accampamento. Paul e Leiset risalgono dal sentiero e mi aiutano prendendomi i bagagli della bici. Sto per scendere, ma commetto un grave errore di valutazione, la stradina è troppo stretta per accogliere me e la bici conteporaneamente. Il casco (mannaggia a me) già ciondola sulla bici quando i piedi scivolano vertiginosamente verso il basso. Mollo la bicicletta e provo ad afferrare degli arbusti con le mani, sembrano quasi arrestare la mia discesa, ma non per molto. Il mio corpo è proiettato all'indietro, non c'è nulla che io possa fare, provo a girarmi e trovare un appoggio con i piedi, ma sotto di me la terra lascia 5 mt di vuoto. Sono in caduta libera. Con la coda dell'occhio vedo che sono delle rocce quelle laggiù ! Per la testa mi attraversa un'unico pensiero « Oh cazzooo !! » ..............buio..............................................................................................................................................................................................................................................................................................................
Marco