Torno a casa, monto la bici ancora impacchettata, sono stanco morto, ma domani voglio partire, non vedo l’ora di riabbracciare la mia bella.
Come nella canzone di Morandi: “andavo a cento all’ora per vedere la bimba mia…plen plen plen, plen plen plen” pedalo a tutta velocita’ per raggiungere Tiph, che si trova a tre giorni di bici a sud di Saigon ”…amooore aspettamiii…”, sto arrivando!
h.5:00 del mattino sono gia’ sveglio come un grilletto per l’eccitazione. I primi raggi di sole mi accarezzano il viso mentre faccio un po’ di stretching sul terrazzo. I vietnamiti sono gia’ belli che attivi e giocano a calcetto prima di andare a lavoro. Glielo dice la voce dello Stato, che ogni giorno, fuorisce a tutto volume dai megafoni attaccati ai pali della citta’: “Sveglia gente sveglia..andate a coltivare i campi, andate al vostro lavoro e siate fieri di servire il vostro Paese. Una buona giornata inizia facendo dello sport*”. Sono le 5:30 del mattino e la’ fuori e’ un pullulare di gente neanche fosse mezzogiorno. Mi stiracchio ancora un po’ e : “Good morning Vietnaaaaaammmmm”, urlo a gran voce come nel film di Robin Williams. Per mesi dalla tenda ho svegliato Tiphaine con questa frase, ora che sono qui non posso esimermi dal farlo.
*: Non sono sicuro se dice proprio cosi’, ma il fatto di praticare dello sport e’ sicuro.
Bici pronta, borse pronte, casco messo, giaccia catarifrangente, la giungla urbana mi aspetta. L’aria e’ irrespirabile e il sole gia’ a quest’ora picchia. Il trafffico e’ impressionante. L’apparente caos e’ orchestrato a suon di clacson che sembrano non avere piu’ una fine. Viene usato per dire “sto passando, levati da mezzo!”. Ora immaginate 100 milioni di vietanimiti riversati per strada che “segnalano” la loro presenza, il mal di testa e’ assicurato. In questo immenso flusso di veicoli che vanno e vengono in tutte le direzioni, due sono le regole fondamentali da sapere per sopravvivere: 1) Pesce grande mangia pesce piccolo quindi mezzo grosso prevale su quello piu’ piccolo. I piu’ pericolosi sono gli autisti degli autobus. Non se ne fregano di niente e di nessuno. Per loro ci sei o non ci sei fa poca differenza, passano lo stesso. 2) Quello che sta dientro deve dare la precedenza a quello che sta avanti. Dalle traverse te li vedi percio’ arrivare sparati che non guardano neanche a destra e sinistra. Poco importa se si stanno immettendo su una strada principale, sono gli altri a doverli scansare.
Il Vietnam e’ il Paese del motorino, tutti ne hanno uno. Viaggiano a frotte occupando le strade trasportando di ogni. Chissa’ come doveva essere bello e tranquillo ai tempi in cui tutti usavano la bicicletta, fantastico nella mia testa mentre il sole mi sfianca, i gas di scarico mi vanno alla testa e i clacson mi rincoglioniscono. Qui indossano tutti la mascherina per lo smog (e ti credo!) e poi guanti , cappelli, sciarpe, occhiali da sole, maglie a maniche lunghe…non e’ inverno no, si proteggono dal sole. I canoni di bellezza sono al contrario, noi visi pallidi facciamo di tutto per essere abbronzati, loro musi gialli di tutto per sbiancarsi. Noi usiamo creme per scurire, loro cosmetici per impallidire. Chi ha i capelli ricci li vuole lisci, chi e’ biondo vuole essere moro e viceversa, e’ sempre la stessa storia, non siamo mai contenti.
La sera si avvicina e un gruppo di uomini seduti a ristorante mi invitano a mangiare con loro del pollo cucinato in 6 modi diversi. Poi e’ il momento dell’alcool di riso, bevono tutti dallo stesso bicchiere e cosi’ tocca pure a me, non posso rifiutarmi, si offenderebbero profondamente. Alle 18:30 gia’ fa buio, e’ cosi’ per tutto l’anno. Non ho la tenda, c’e’ una casetta laggiu’, in qualche modo mi faccio capire, gonfio il materassino per terra fuori al terrazzo, sono le 20:00, buonanotte Vietnam.
Ci sono quasi, mi mancano solo 20km e con il vento in spalla, li divoro. Raccolgo dei fiori, un pizzico di romanticismo all’italiana non guasta. Appuntamento in una pensioncina sulle rive del Mekong. 24h di viaggio e 3gg di bici per riabbracciare finalmente la mia adorata. Wow, e’ in splendida forma! Che emozione rivedersi, toccarsi, stringersi! La bottiglia di Aglianico che ha volato con me e’ quello che ci vuole per festeggiare il ricongiungimento. La sorseggiamo lentamente mentre ci servono la cena. In un attimo ho la sensazione che non sia mai partito, che sia sempre stato la’.
Marco