Tiphaine : dopo essere passati a prendere un tè dalle loro amiche, ci incamminiamo verso la scuola da dove arriva la musica che si propaga in mezzo alle montagne. Tutto il villaggio è riunito, alcuni sono seduti sui gradini, alcuni in giacca e cravatta dietro la tribuna, in pista i bambini danzano seguendo i ritmi tradizionali di un cantante famoso del Pamir. La mia testa bionda da europea non passa inosservata, anche se cerco di confondermi tra la folla ; ed ecco che una donna viene a salutarmi. Fin qui tutto ok. Qualche minuto più tardi inizia a ballare mentre piano piano si avvicina pericolosamente verso di me…no, no, non voglio esibirmi davanti a tutti!! E invece si, è quello che vuole….vabbè mi butto…faccio del mio meglio, è andata..gridano e mi applaudono..facendomi diventare più rossa di quello che già sono per via del sole che oggi batte forte. In breve tutto il villaggio mi conosce. Ma cosa c’è il 9 settembre? Al rientro scopro che è la festa dell’indipendenza del Tagikistan! Sono contenta di non aver rifiutato la danza, sarebbe stato uno scandalo politico!
Ormai siamo diventati amici di tutti e per quanto ci siamo affezionati a questo posto e alla sua gente è arrivata l'ora di prendere una decisione, presto dovremmo partire da qui! L'assicurazione ci chiede di fare una radiografia seria per capire definitivamente cosa ho alla spalla. Ci hanno informato che a Khorog l'ospedale è dotato di strumentazione all'avanguardia.
Da dopo il passo stiamo percorrendo una vallata infinita di cui noi vedremo solo una parte, ma che è lunga più di 600km. Di fronte a noi c'è l'Afghanistan, a separarci ci sono 50mt e un fiume che scorre in mezzo. Per le restanti 6h di viaggio l'Afghanistan ci farà compagnia sul nostro lato destro, è vicinissima, sembra poterla toccare con le mani. Su quella sponda le donne indossano il burka, qua sono invece libere di mostrare il loro volto. Un labile confine, ragionamenti contorti dicono che qui si fa in un modo e qualche metro più là in un altro. Ad esempio, quella mucca che pascola laggiù, sarà tagika o afghana? E soprattutto lei cosa ne penserà a riguardo? Concetti e sovrastrutture mentali di divisione, separazione che solo una mente umana può arrivare a partorire e comprendere. Visto da qui, con i suoi sublimi villaggetti in terra, gli asinelli e la gente che corre in moto, il Paese, famoso agli occhi di tutto il mondo per il “terrorismo”, non fa paura proprio a nessuno, anzi mi viene voglia di andarlo a visitare. Non c'è niente da temere, solo qualche esplosione ogni tanto e una manciata di pietre che arriva sulla carreggiata: Bam, bam, booom! L'auto si ferma per lo spavento! No, non sono i talebani che ci stanno attaccando, sono gli operai afghani intenti a costruire la nuova strada :)
Arriviamo in tarda serata a Khorog. Andiamo subito in ospedale, sappiamo che di turno c'è un bravo traumatologo che parla inglese. Mi tasta, mi prescrive subito una radiografia. Pago 29 somoni (l'equivalente di 4 euro), bip,bip, due minuti ed ho in mano una chiara e dettagliata radiografia. Dr. Sheramon la guarda: “sei fortunato! La spalla è solo lussata, non hai bisogno di alcuna operazione, ma per 20 giorni non la devi muovere: devi tenerla ferma e immobile!”
Marco
20 giorni senza muoversi? Dura! Guardiamo positivo, abbiamo tanto tempo per scrivere, leggere…ecco appunto, apro un libro a caso: “L’ultimo faro, il viaggio immobile” di Paolo Rumiz..che buffo, il titolo non poteva calzare meglio.
Tiphaine