Ieri, a Parigi, ho avuto la possibilità di partecipare all’assemblea generale dell’associazione Life Project 4 Youth che sosteniamo da due anni (vedere qui) e incontrare, tra le varie persone, i fondatori Laure e Jean-Marc Delaporte. Ho rivisto con piacere Léna et Cécile che conobbi al termine delle loro missioni a Ho Chi Minh, Vietnam, e che mi hanno dato la voglia di riprendere quello che iniziai a scrivere tre mesi fa quando ero laggiù:
Martedì 2 Febbraio; Ho Chi Minh
Ieri, estenuata, ormai alla fine delle forze (Simon, mio fratello, che viaggia con me in bici da Hanoi, è sempre pieno d’energia, ma io no…forse è arrivata l’ora che rientri), arriviamo da Cécile, Léna e James, i volontari LP4Y. “Che bella casetta”, sulle rive del fiume, anzi proprio sul fiume, è proprio una palafitta all’interno di un quartiere 100% vietanamita. Una vicina di casa ci ha guidati fin qui, gli unici occidentali ad addentrarsi da queste parti sono i visitatori del centro LP4Y.
Martedi 3 Febbraio, Ho Chi Minh
Visita del centro LP4Y in compagnia dei giovani del programma Bread&Smile e Lanterns&Light. Questo pomeriggio si allenano con i muffin, ovviamente assaggiamo. Il loro referente non è lì, ma sono autonomi ormai, rigorosi prendono nota delle nostre impressioni sulla loro cucina, vogliono un prodottto che sia pienamente soddisfacente per la prossima vendita. Quasi tutti parlano bene inglese (con un forte accento sicuramente, ma non di più il mio inglese dalle forti note francesi), e soprattutto rimango impressionata dalla tanta sicurezza che dimostrano rispetto a quelli di Hanoi. Cécile, la coordinatrice di LP4Y Vietnam, mi conferma: sono più grandi, si trovano in una fase più avanzata del programma. Ne concludo: La trasformazione LP4Y è potente!
A febbraio, Aude, un’amica d’infanzia, mi raggiunge per pedalare due settimane nel delta del Mekong. È proprio lei che mi ha fatto scoprire LP4Y quattro anni fa quando faceva la volontaria nelle Filippine. La nostra prima giornata in bici volge al termine e cerchiamo un angolino dove piantare la tenda in questa zona super popolata del Vietnam. Una donna ci saluta con un bel sorriso, mi ispira confidenza. Prima che possa dire qualcosa, Aude, che ha avuto la stessa impressione, mi propone di domandarle di mettere la tenda nel suo cortile. Mi appresto a cacciar fuori il mio point-it (libricino con pieno d’immagini), qualche frase in vietnamita e il mio talento d’imitatrice, ma Aude è già avanti che gesticola e la signora ci ha già invitato a dormire da lei…com’è possibile? Se la cava bene per una che sbarca dalla sua vita parigina! Ciò grazie anche alla capacità di parlare in modo diverso che con le parole, appresa durante la sua esperienza di 3 anni come volontaria e ad una presenza che rassicura chi ci ospita. Ha che da impressionare più di un cicloviaggiatore! E questo non è che l’inizio. Una capacità incredibile a lasciar la presa e a fidarsi, senza mai andare in panico, e senza innervosirsi neanche quand, qualche giorno più tardi, la polizia locale ci ha obbligato a lasciare un’isola del delta e imbarcarci in piena notte, senza che avessimo la minima idea di dove ci avrebbe portato a dormire..(alla fine siamo state gentilmente accolte dalla madre di uno dei poliziotti, che roba!). “Meno male che ero con te in questa situazione” le dico. Essere con qualcuno che resta zen in dei momenti del genere è fondamentale e ciò non può che contribuire che ad un lieto fine.
Scrivere un libro? Partire in missione LP4Y? Rientrare in bici? Creare un’associazione, una mia impresa? Sono partita senza troppo sapere che fare nella mia vita e ritorno con mille idee e bagaglio pieno d’ispirazione… Questo viaggio in bici e i suoi incontri hanno segnato a vita anche me.
Tiphaine