Pantelis e Simona si sono innamorati di Amorgos, vi si sono trasferiti da un paio di anni per dare una direzione diversa alla loro precedente vita da città in Amsterdam. Con calma, una cosa per volta e la transizione non è traumatica. Mentre ancora lavoravano hanno iniziato a formarsi in diversi ambiti. Lei si è immersa nel mondo delle erbe teraupetiche, dello yoga e dei massaggi, lui in quello della permacutura e tutto ciò che ne consegue. Hanno preso una casetta in affitto e ora vivono con quello che hanno imparato.
« E pensare che una volta questo « scoglio in mezzo al mare » era completamente autosufficiente. Erano in più di 5.000 ad abitarci, nonostante le montagne coltivavano in ogni dove grazie ai numerosi terrazzamenti, era florido, piena d'acqua, c 'era abbondanza ed esportavano il surplus delle produzioni alimentari al resto della Grecia. Non c'era ancora l'elettricità e nemmeno le strade, e tutti vivevano bene.» ci racconta Pantelis, poi prosegue : « negli anni a venire, è arrivata l'elettricità, hanno costruito le strade, la gente ha smesso di coltivare, l'isola si è prosciugata tanto che oggi devono far arrivare l'acqua con le navi e le capre selvatiche, che hanno stimato in più di 25.000, rappresentano un grave problema insieme alla gestione dei rifiuti. Oggi Amorgos conta quasi 1.000 abitanti, è costretta ad importare tutto, vive di turismo e l'unica cosa a cui pensa la gente del posto e se costruire un aeroporto o meno per incrementare la massa di turisti. »
Rispetto a tante altre isole greche Amorgos rimane comunque una di quelle « autentiche ». Le poche spiagge e, per l'appunto, l'assenza di un aeroporto, la preservano, per fortuna, dall'invasione del turismo e nonostante i suoi « problemi », invisibile all'occhio di chi è di passaggio, è un luogo estremamente particolare. Qui ci sono delle belle vibrazioni ed io personalmente ne rimasi stregato quando ci misi piede per la prima volta diversi anni fa. Ricordo che dopo quei 10 giorni di vacanze estive tornai a Milano così rilassato che dimenticai la password del computer di lavoro.
Zaino in spalla e partiamo per 2 giorni di trekking, arriveremo all'altro capo a piedi. L'isola offre numerosi sentieri ed è troppo montagnosa per farsela in bicicletta. Ripercorriamo tutta la dorsale che va da ovest ad est : riassaporiamo il gusto del camminare. Dlin dlin, suonano le campanelle delle pecore e delle tantissime caprette lungo il cammino. Vecchi villaggi in pietra e grandi opere di terrazzamento. Non voglio nemmeno immaginare la gran fatica per spostare e impilare a secco tutte queste pietre a mano. Il vento soffia forte e a volte sembra di toccare le nuvole, la vista è come da un aereo. 6 ore di marcia ci separano dal primo paesino, Hora. Poco prima di giungervi passiamo dal famoso monastero di Moni Panagia Hozoviotissa che come un diamante è incastonato nella roccia.
Marco