I racconti di viaggio continuano con il nostro arrivo a Matera.
Per rispondere alla richiesta dei "nostri fan" che non vogliono perdere un minuto del nostro viaggio...ehm ehm...da oggi in poi gli articoli del Diario saranno suddivisi tra informazioni spot "In diretta" e i racconti di viaggio con eventuali approfondimenti sulle realtà che visitiamo. Esempio: Tiphaine sta andando in bagno e io scrivo questo ariticolo...noo stiamo scherzando!!!! Dopo le feste natalizie il nostro viaggio sta continuando nella attivissima Puglia. Putignano tra ciclofficina, concerti e radio, Ostuni e ora ospiti al Tank lo spazio di coworking di Brindisi. Domani ci imbarcheremo per la Grecia: prepariamo i fazzolettini per salutare l'Italia. I racconti di viaggio continuano con il nostro arrivo a Matera. Il 5 Dicembre arriviamo a Venosa, città della Basilicata, una regione d’Italia ancora poco conosciuta, ma ricchissima dal punto di vista storico. “Carpe Diem”, Venosa, la città di Orazio, ha tanto da offrire. Visitiamo il Castello, le Catacombe e l'Abbazia della Trinità ubicata in un antico complesso romano. Ritroviamo Giuseppe e Milena incontrati cinque mesi fa a Santiago di Compostela nella piazza della cattedrale dove arrivano tutti i pellegrini. Erano al termine dei 10 giorni in bici del cammino francese, stanchi, ma felici. La sera andammo a bere un bicchiere insieme, poi ci lasciammo con un “A presto in Italia”. I mesi passano e noi continuiamo in sella alle nostre fedeli compagne...nel frattempo Milena è tornata al lavoro nel suo negozio Armonia, Giuseppe nella sua palestra Gymplanet. Pedala oggi e pedala domani ed eccoci qui oggi tutti insieme. In bici ci si rende davvero conto delle distanze, del tempo che passa e dell'energia spesa per spostarsi. In cinque mesi, da Santiago, abbiamo percorso 2.492km in 43 giorni, più i 6 gioni di navigazione spinti dal vento in barca a vela. Provate ad immaginare la quantità di cibo che si mangia in 43 giorni per poter avere l'energia per pedalare. Con l'aereo, ad esempio, si perde completamente la concezione delle distanze e dell'energie spese. Il prezzo di un volo low-cost ci permetterebbe di mangiare per 43 giorni ? Si risparmia è vero, ma qual è il prezzo di tutto ciò per la natura ? Non voglio entrare nei dettagli di calcolo del consumo energetico e dell'impatto ambientale....Ho appena finito di leggere « Graines de possibles » (semi di possibilità), che riporta una conversazione tra Pierre Rabhi e Nicola Hulot sull'ecologia. Discutono del fatto che non ci siamo ancora accorti che il pianeta Terra è un sistema chiuso (a parte l'energia del sole che arriva dall'esterno) e che oggi giorno l'uomo consuma le risorse a disposizione come se fossero infinite e getta i rifiuti come se si volatizzassero. Quando apriremo gli occhi e ci renderemo conto del nostro impatto sulla natura? Ovviamente le aziende che vendono non vogliono certo che il consumatore veda o abbia un'idea dell'impatto ambientale del prodotto che acquista...in ogni caso vi posso dire che viaggiando in bici ne vediamo delle belle !
Ad Altamura piantiamo la tenda al tramonto, ossia alle 16:30. Alle 17h siamo già dentro al calduccio in compagnia di un tè bollente e biscottini. Stanchi di questa lunga giornata e troppo pigri per mettersi fuori al freddo a cucinare, alle 19h dormiamo già ! Al mattino, sveglia piuttosto aggressiva : « Via da qui ! Non potete stare! Dovete andare via ! ». Iniziamo a parlare con il nonnetto che è venuto a coltivare i suoi campi di buon mattino che, udendo la nostra storia, si tranquillizza, partiamo, ci saluta con un sorriso....pfiou !
Tiphaine Giovanni , come i suoi cinque figli, è un vulcano di energia. Appena mettiamo piede in casa inizia a raccontarci la sua vita: “...ho ereditato questo posto da uno zio d’America, prima facevo tutt’altro. Lavoravo a servizio del mercato finanziario, creavo tecnicamente i derivati, e guadagnavo molto molto bene” . Replico: “Ah i derivati, quelli che hanno generato la famosa “crisi” globale”. Lui: “Non proprio. È sempre l’uomo e la sua avidità a rovinare le cose. Non importa di quale sistema si parli...socialismo, capitalismo, comunismo...vanno e andranno sempre in crisi a causa dell’essere umano” Due ettari di terra, un agriturismo in fase di costruzione, abitazioni in bioedilizia, trasformazione dei prodotti coltivati, ristorazione...Giovanni e Valeria con il loro progetto, Terra e Libertà, vogliono dimostrare che fare impresa sostenibile è possibile e conveniente! Il loro è un esempio concreto ed un invito a cambiare rotta. Lui lascia il vecchio mondo e si mette a fare il contadino, insieme piantano un bosco, che tra 4/5 anni donerà tartufi, avviano un castagneto e orti di ogni genere, seminano grani antichi, ristrutturano un vecchio casale con tecniche naturali e nel frattempo, giusto perchè le cose da fare erano “poche”, fanno cinque splendidi bambini. Ma cosa vuol dire grani antichi? E perchè? Quando il professor Franco Berrino, oncologo presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, in un’ intervista di Report del 2009, diceva: “La farina 00 è il più grande veleno della nostra alimentazione. È raffinatissima, e non me ne importa niente se è biologica”, non mi era ben chiaro il motivo. Cosa c’è di male nella farina? Bhè, in effetti, nella farina non c’è niente di male, se coltivata naturalmente e molita nel modo giusto. Ma c’è una profonda differenza tra quest’ultima e quella che si trova comunemente in commercio. Durante la fase di macinazione industriale, per allungarne la vita, si elimina ciò che di più ricco contiene: il germe, che rappresenta il vero valore nutritivo del grano e la crusca, ossia la parte fibrosa. La 00 è così tanto raffinata che ciò che rimane è materia priva di qualsiasi elemento. E la farina integrale? Quelle più diffuse si ottengono mischiando la farina 0 o 00 con gli scarti della crusca a loro volta rimacinati. Il risultato è doppiamente nocivo. La cosa più simpatica è che il germe estratto viene messo da parte e poi venduto a prezzi esorbidanti in farmacia. Il profitto diventa l’obiettivo, il prodotto il mezzo per raggiungerlo e, ahimè, il benessere dell’uomo e la natura passano in secondo piano. Per completare il quadro bisogna fare un piccolo passo indietro e capire la provenienza e la modalità di coltivazione di quel grano che poi diventerà farina. Nell’agricoltura moderna, con lo scopo di massimizzare e garantire una rendita costante a livello produttivo, non si coltivano più i grani di una volta, ma degli ibridi ottenuti incrociando artificialmente piante di varietà diverse. Il punto è che tali ibridi, visto che non sono autoctoni, per poter rendere hanno bisogno di tanti pesticidi. Inoltre i semi che generano a loro volta sono inutilizzabili . Risultato? I contadini sono costretti a comprare ogni anno i semi dalle multinazionali che li producono in laboratorio e intanto, visto che si coltiva quasi solo questo, la biodiversità diminuisce veritiginosamente e con essa centinaia di varietà locali scompaiono. Senza contare i danni al nostro corpo: intolleranza al glutine se tutto va bene, tumori, diabete e altre malattie nei casi più gravi. Ecco spiegato perchè sono così importanti i grani antichi. È la nostra ultima possibilità di mangiare pane, pasta e tutto ciò che ne deriva, naturali, sani e genuini. Per fortuna il grado di consapevolezza sta aumentando e sono sempre più: - i medici che affermano che l’alimentazione assume un ruolo fondamentale nello sviluppo delle malattie; - i contadini che coltivano con metodi naturali; - i gruppi e movimenti di scambio semi. - le associazioni che promuovono un consumo critico e favoriscono le piccole realtà locali (Genuino Clandestino, GAS e tante altre). Se non si dispone di un pezzo di terra o non si ha voglia di mettersi a seminare il proprio grano (il concetto si estende a qualsiasi alimento della natura) è possibile acquistare i prodotti direttamente da contadini attenti a tali tematiche. Di solito tramite i mercatini biologici a km0 o attraverso i G.A.S (gruppi di acquisto solidale) esistenti quasi ovunque. La giornata con Giovanni e il suo amico Mario è intensa. La mattina recuperariamo il suo grano da un mulino che macina lentamente a pietra. Se tale processo fosse troppo veloce la farina tenderebbe a scaldarsi più del dovuto e si perderebbero parte dei nutrienti contenuti nel germe. Inoltre per garantire un prodotto sempre fresco, molisce solo la quantità necessaria. Da Giovanni si produce rigorosamente farina di tipo 2 e 1. Saragolla, Germanella, Senatori Cappelli, Risciolla, Segale, sono questi alcuni dei nomi di grani da cui si ottiene la vera farina. È giunta l’ora di salutarci. Per questa sera non abbiamo un appoggio, dovremo fermarci il prima possibile e dosare le forze in modo da avere abbastanza ernegie per cercare una sistemazione. Sulla statale le salite sono dolci e i paesini scorrono veloci uno dopo l’altro. Piove a dirotto e non c’è goretex che tenga. A Monticchio ci fermiamo all’unico bar del paese. Hanno le chiavi di una sala del comune. Sarà la nostra stanza. Sono le 18:00, Tiph crolla nel suo sacco a pelo, io approfitto e scrivo il diario.
Marco Ci si riabitua velocemente ai confort…Dal 15 Ottobre anche le bici fanno la bella vita. Tutte pulite, al caldo, si pavoneggiano tra le viette di Caserta dove vengono fermate per sapere se sono veramente loro che hanno percorso 5000km su strada e in mare! Ma da qualche giorno muoiono dalla voglia di scoprire nuovi sentieri e di soddisfare la loro sete di avventura. È deciso, il 1° Dicembre, che piova o tiri vento si parte! Blanquette si fa soffiare il posto da Blanquete II, la nuova compagna di viaggio di Marco, ma le ha promesso che ritornerà per raccontarle tutto. D’altro canto Blanquette approfitterà per pubblicare le ultime avventure in Spagna con Marco e Tiphaine e l’arrivo in Italia. E così che il 1° dicembe, piove e...tira vento...ma partiamo comunque. Andando verso Avellino una lunga salita era quello che ci voleva per far sgranchire ingranaggi e gambe. Spossati e col buio arriviamo ad Avellino (da ottobre abbiamo perso almeno 3h di luce). Oggi niente campeggio libero, Stefania e José, conosciuti la settimana prima, ci accolgono. La sera sento lo stesso tremolio di quando arrivammo a Marsilly. Dal primo giorno di bici sono passati 6 mesi. Troppe mozzarelle nelle ultime settimane o/e uno sforzo troppo intenso ? Una bella serata, una buona cenetta e buonanotte. L’indomani giriamo il manubrio verso Montella. Decidiamo di non prendere la strada principale dove le auto scorrono a tutta velocità, piuttosto optiamo per le piccole vie secondarie. Ci rendiamo conto velocemente che ciò significa accettare pendenze a 10% e più, ma anche riempirsi gli occhi di bei paesaggi, siamo sugli Appennini e le montagne vestono i colori d’autunno. Passiamo un colle a 900mt di altitudine e riscendiamo verso Montella sotto un diluvio che non ci lascerà un solo centimetro di pelle asciutta! Quando ormai le scarpe sono al limite della loro capacità d’assorbimento, cerchiamo il convento di San Francesco. Questa sera saremo al riparo presso la nostra prima tappa italiana di “progetti ecosostenibili”: Terra e Libertà.
Tiphaine |
AutoriMarco + Tiphaine: cicloviaggiatori alla scoperta del Mondo e di realtà ecosostenibili VideoNEWS-LETTERSEGUICI SUSCRIVICIT-ShirtFOTOCategories
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