Per non nascondere proprio nulla, devo ammettere che qualche giorno prima della mia partenza in solitaria da Bishkek, ero abbastanza preoccupata di campeggiare da sola, inoltre inizia a fare seriamente freddo qui, la neve sulle montagne che mi circondano è sempre più bassa. Il 20 ottobre, dopo aver salutato AT house e salutato Angie che mi incoraggia, mi chiedo seriamente se fossi mai in grado di raggiungere la frontiera (22km a nord c’è il Kazakistan), la mia bici è pesantissima, a fatica mantengo l’equilibrio, è un vero e proprio carro armato! Tra l’altro è un mese che non pedalo. La strada scende dolcemente fino al post confine, i doganieri sono simpatici con me, ma non capiscono assolutamente come io possa viaggiare tutta sola. Sono contenta di ritornare al Kazakistan che abbiamo conosciuto da Aktau a Beyneu, posso comunicare un po’ con la gente locale, la loro lingua e la loro cultura non mi è completamente sconosciuta. Sulla strada che collega Bishkek ad Almaty c’è un colle da passare, sono a mezz’altezza, le mie ginocchia iniziano a gridare soccorso…è il primo giorno di ripresa, dovrei prendermela con più comodo, sono troppo carica: “non ce la farò mai a passare il colle” mi dico. Nel momento in cui sto per disperarmi un camion si ferma al mio fianco, i miei pensieri saranno arrivati agli autisti? Mi propongono di lasciarmi in cima al colle! Uno dei due mi ispira fiducia, non esito un solo secondo. Vanno fino ad Almaty, ma chiedo loro di lasciarmi sul passo, devo assolutamente riprendere il ritmo prima che arrivi Sophie, altrimenti dovrò dare tutti i miei bagagli alla sportiva di alto livello per evitare che mi lasci indietro per chilometri e chilometri.
Uno dei vantaggi di viaggiare da soli è senza dubbio quello poter partire all’ora che voglio, fermarmi quando voglio e mangiare quando voglio, ascoltarmi e seguire il mio ritmo. Ore otto del mattino, il sole sorge dietro le montagne Tian Shan, sono già in sella. Adoro le prime ore di luce, vedere il mondo svegliarsi, il paesaggio coperto ancora dalla nebbia, la calma…che felicità. Sono in forma oggi. Non dimentico di fare qualche foto (raccomandazioni di Marco). È strano non doversi consultare con qualcuno, di prendere le decisioni da soli; si, anche questo fa bene.
H4:30 mi sveglio, ben venga, tanto pensavo di partire presto per evitarmi la pioggia…mentre l’appello alla preghiera del mattino si fa sentire, scivolo fuori e comincio a pedalare che il giorno non si è ancora alzato. Arrivo fradicia e congelata ad Almaty, Alma-Ata (letteralmente il padre della mela! Si dice che le mele abbiano origine in questa regione che gode di tante varietà). Ho una settimana di tempo per riprendermi, aspetto il mio prossimo visto, Paese: Repubblica Popolare della Cina.
Tiphaine