Ci siamo ormai! A separarci dalla tanto attesa meta solo qualche chilometro. Siamo a Nisa, nel bel mezzo del Portogallo e ancora una volta la frontiera spagnola non è molto lontana. Tra uno stiracchiamento e una pausa pipì ecco che si materializzano due ragazzi con zaino in spalla. “Heilà, hello, how are you?” ci salutano come se ci conoscessimo già. Heiko e Tobias sono tedeschi e da 6 mesi hanno iniziato a girare per il Mondo a piedi. Fanno “giornalismo estremo” e due carrelli da 45kg li accompagnano in questa impresa che durerà 4/5 anni. La cosa più sorprendente e che lo fanno completamente senza soldi. E già!! Siamo sbalorditi!! Da qui mille domande sorgono spontanee...ma come fate?!? Ancora una volta il messaggio appare chiaro: se riesci ad immaginarlo allora puoi farlo! Ed è così che un albergo, una stanza nella caserma dei pompieri o una sala del comune sono soluzioni gratuite e più comode rispetto ad una tenda. Un letto, un tavolo con internet sono migliori per scrivere gli articoli, giornalieri, sul loro blog (www.lebensabenteurer.de). Così come mangiare al ristorante, a casa della gente o fare la spesa gratuitametne al supermecato è meno faticoso che cucinare con il fornellino. Portano avanti vari progetti, dalla ricerca di medicine alternative, all’ “healing touch”, fino a corsi di sopravvivenza di un mese nella natura, questi ragazzi sono un pozzo di sapere. | Ma come fanno per farsi offrire tutte queste cose? Molto semplice, spiegano il loro progetto alla gente e chi vuole li aiuta come può. Non si sentono sempre dire di si, ma intanto, proprio ora mentre chiacchieriamo, in mano hanno una grossa busta di frutta e verdura che un micro-market in paese gli ha donato e loro finanze, ci confessano, sono addirittura in attivo di 600 euro. Il flusso di parole e lo scambio di emozioni sono così intensi che non ci rendiamo conto che sono passate già più di due ore...ed è così che con il diario zeppo di appunti, la mente ricca di ispirazione e lo spirito ricaricato di nuova energia ci salutiamo, ci auguriamo buon viaggio, inforchiamo le bici e con un’onda di grande entusiasmo ci apprestiamo a varcare la soglia di Tribodar! Una settimana più tardi, ci ritroviamo davanti ad un piccolo supermercato...ci vengono in mente i suggerimenti di Heiko e Tobias. Con il nostro portoghese maccheronico e un po’ a gesti, riusciamo a spiegare il nostro progetto alla coppia di signori proprietari del negozio. Con gran sorpresa la busta della spesa si riempie danvanti ai nostri occhi increduli: una salsiccia, dei formaggi, del pane fresco, della frutta e una bibita. “Ecco, questo è per voi!”...wow, non ci aspettavamo così tanta gentilezza! |
Il Portogallo ci accoglie subito con una bella pista ciclabile. Abbiamo il vento in spalla e lungo la costa è più piatto di quanto pensassimo. È solo la sera che, parlando con dei ragazzi isrealiani, conosciuti qualche minuto prima, ci ricordiamo che qui c’è un’ora in meno. Che buffo, è la prima volta che ci capita di cambiare orario senza mai aver preso un aereo! Linee immaginarie che si uniscono ad altre che disegnano i confini politici, suddividono in fette il nostro pianeta. Ed è proprio in questo caso che il fuso svirgola, esclude la Galizia, che si trova sopra il Portogallo, ed evita che in Spagna ci siano due orari diversi. Ci lasciamo finalmente alle spalle le innumerevoli colline e a fine giornata i chilometri non sono più 30 o 50, ma 90 e 100. A Porto ci accoglie Filipe. È un appassionato di down hill ed è appena tornato dal suo primo lungo viaggio in bici, Portogallo-Grecia in poco più di un mese. Filipe ci fa da vera e propria guida turistica e ci porta a spasso per la città e per i suoi innumerevoli punti panoramici. Diverse imbarcazioni, che assomigliano alle delle gondole veneziane, ormeggiano sul fiume Douro che costeggia tutta la città di O Porto. Su di esse botti di legno contengono il famoso liquore “Porto”. Le sue uve, che affondano le proprie radici lungo le rive del fiume, si trovano 100km più in là, verso l’entroterra. Il vino viene trasportato fino in città dove invecchia e prende il suo nome. È domenica sera e la famiglia di Filipe ci trasmette il suo calore con una bella tavola imbandita. La televisione è accesa, c’è la finale dei mondiali di calcio. Germania-Argentina giocano in Brasile, il paese che quest’anno ha ospitato questo evento. I brasiliani sono combattuti: da un lato tifono Argentina perchè nella partita precendete la Germania gli ha levato la finale sfigurandoli con un 7 a 1, dall’altro lato tifono Germania pur di non dare soddisfazione agli eterni rivali argentini. Mai come questa volta la sensazione che il calcio divida piuttosto che unisca è così evidente. Ad Aveiro la nostra tenda per questa sera poggerà su delle calde e lisce mattonelle del terrazzo di Tiago e i suoi amici Pedro e Gouvinhas. Insieme fanno un bel trio scoppiettante. La mattina Tiago fa un pezzo di bici con noi e ci porta nel punto in cui il mare si mescola con la laguna. Vortici e onde che vanno a destra e a sinistra animano questi pochi metri di apertura. Peccato però che tutto ciò sia opera dell’uomo che, tempo fa, nell’aprire questo passaggio ha tralasciato un piccolo particolare. Alterando il corso naturale dell’acqua, quella salata del mare si mischia ora con quella dolce del fiume. In breve l’intero ecosistema e la ricchezza della laguna sono andati perduti. Salutiamo Tiago che ci consiglia di fare una pausa alla spiaggia dei surfisti un po’ più là. Visto che il posto merita, finiamo col passarci la notte. La mattina la spiaggia è ancora vuota quando carichiamo le bici, e i surfisti cavalcono le prime onde. Una sera ci ritroviamo in un bel giardino nel paesino di Colmeias. Conosciamo Maribel in vacanza dai sui genitori, con i suoi figli. Abita a Dubai, suo marito, spagnolo, lavora per una grossa multinazionale. Ci racconta la loro vita laggiù, nel bel mezzo dei petro-dollari , dove la gente non ha più il valore delle cose, dove spendono senza misura. Ogni anno tornano in Portogallo per qualche settimana e ciò permette ai suoi bambini di conoscere come funziona il mondo fuori Dubai. Mentre discutiamo, assaggiamo frutta e verdura del giardino dei suoi genitori, lontano dall’atmosfera artificiale della loro vita cittadina.
Due sono misteriosamente morti nel giro di due anni e l’ultima rimasta, Lucia, che all’epoca scrisse e consegno' i messaggi all’arcivescovo di zona, è stata rinchiusa in un monastero e le è stato vietato di parlare. Lucia è morta qualche anno fa, ma la sorella, ancora viva, è stata intervistata da due giornalisti tedeschi che abbiamo incontrato sulla strada. Ci hanno raccontato che alla domanda di quali fossero i famosi segreti, la sorella di Lucia (di cui ignoriamo il nome) iniziò ad agitarsi, dice che la verità è quella ufficiale, che lei ha la sua versione, ma che non può assolutamente dirla. Una cosa è certa, che “la madonna” fosse apparsa a tre bambini per avvisarli che la Russia si sarebbe dovuta convertire al cattolicesimo suona proprio come una grande balla! Ma questa è la versione ufficiale della chiesa relativa alla seconda rivelazione!
sughero, ma soprattutto interminabili monocolture di eucalipti che rappresentano una delle principali attività commerciali di questo paese. Cresce molto velocemente , nel giro di 7-9 anni, e viene utilizzato soprattutto per produrre carta. Ad Abrantes arriviamo che è quasi sera, oggi i giardini scarseggiano e lungo la strada non troviamo un posto per piantare la tenda. È quasi buio, siamo stanchi e puzzolenti e non sappiamo proprio dove piazzarci. Come un angelo, all’improvviso compare Carlos davanti noi, un ragazzo che era nel bar in cui un’ora fa avevamo fatto rifornimento d’acqua per la notte. Ci offre una doccia calda e il garage (che in realtà è una stanza soppalcata al pian terreno) della casa dei suoi genitori per dormire. Non potevamo sperare di meglio. Anche questo fa parte del viaggio. È incredibile come le situazioni possono cambiare velocemente, un attimo fa eravamo “affamati”, un secondo più tardi ci ritroviamo docciati, con la pancia piena e con un tetto per la notte. Manca solo un giorno di bici e arriveremo alla nostra prima meta , Tribodar!
Vicino Catoira, scoviamo un giardino molto carino con amaca. I proprietari ci accolgono con entusiasmo, uno di loro è professore di latino e greco ed ama alla follia l’Italia. Non è la prima volta che il “passaporto italiano” ci permette di avere un’ottima accoglienza…meno spesso accade con quello francese (hahaha). Continuiamo la nostra strada lungo la costa: Isola di Arosa, Cambados, Combarro...potremmo fermarci delle ore in ogni posto, la costa e i paeisini sono molto belli, ma abbiamo voglia di avanzare, sono quasi due mesi che viaggiamo e non abbiamo ancora visitato il primo ecovillaggio. A Pontevedra, una pausa è d’obbligo, Tiphaine ha la febbre e dolori ovunque. Ci fermiamo dalla famiglia Supertramp. Oscar, Susana e i loro bambini Lucia e Dario si preparano per il 2016, data nella quale inizieranno un tour europeo in trike della durata di un anno. Se passano dalle vostre parti ospitateli. Potete seguirli o contattarli sul loro sito internet: www.familiasupertramp.com. Appena Tiphaine si rimette in sesto, Marco proprone di andare a Capo Home per vedere da più vicino le famose isole Ciès…idea carina, peccato che sia tutto in salita. A metà strada si chiede cosa gli sia mai saltato in mente...ma visto che abbiamo già percorso buona parte del cammino sarebbe stato un po’ da stupidi tornare indietro, quindi si avanza! Inoltre bisogna allenarsi per le montagne asiatiche! E poi ci diciamo che questa sera a Vigo, saremo accolti da Merced la corrispondente spagnola di Jacqueline e Patrick (incontrati precedentemente a Cedeira e Santiago), quindi potremmo riposarci a dovere, in fondo Vigo non è lontana... La cartina è piatta...ma la Terra non lo è assolutamente, vi possiamo garantire! Merced e la sua famiglia abitano più esattamente a Tameiga, un paesino a 10km da Vigo. Colline...montagne...3h e qualche ingiuria più tardi, arriviamo stremati. C’è per caso qualche proporzione tra lo sforzo e la difficoltà per arrivare in un posto e l’ospitalità che riceviamo? Nonostante sia tardi, Merced e la sua famiglia ci accolgono calorosamente, la cena ci aspetta. Per rifocillarci dal nostro viaggio, tortillas, insalata e una fantastica vellutata di zucchine preparata dalle mani d’oro della mamma. La mattina colazione da re, dell’ottimo pane tostato (assomiglia a quello napoletano) e marmellata di kiwi del giardino. A pranzo sembra di stare a Natale, tutta la famiglia al completo riunita intorno al tavolo che è pieno zeppo di ogni ben di dio... fantastico! Non dimenticheremo di certo Tameiga. La famiglia possiede una pezzo di terra e visto che il lavoro scarseggia la sorella e suo marito Antonio ci si dedicano a tempo pieno. Hanno un orto super produttivo, alberi da frutta a volontà, kiwi, mais e non mancano le galline, 2-3 pecorelle e dei conigli. Un lavoretto qua e là per arrotondare e non serve altro, la terra gli dà già tutto!
Dall’altro lato del fiume Miño: il Portogallo. Per festeggiare, ci facciamo un ultimo bagno su una spiaggia magnifica. L’acqua è a 14°C, ecco perchè non c’era nessuno in mare!!! Rimontiamo velocemente sulle bici per raggiungere il primo ponte che ci eviterà di passare la frontiera a nuoto!
Dopo la nostra avventura per i sentieri ad alta quota del capo Ortegal, siamo contenti di ritrovare un po’ di vita sociale a Cedeira. Qui incontriamo una coppia di francesi, Jacquile e Patrick, con i quali manteniamo i contatti per il futuro. Poi a Corugna, ci riposiamo una giornata da Natalia e Marco che ci portano in lungo e in largo alla scoperta della loro bella città
Le frecce gialle non si fermano a Santiago di Compostela, riprendono il loro giochino di nascondino nella piazza di Obradoiro. Prendono la direzione di Fisterra per poi finire nel mare a capo Finisterra (Finis Terre ossia la fine della Terra, del Mondo). Riprendiamo le nostre bici, l’allenamente è finito, Tiphaine ha la sensazione che il viaggio comincia ora! Il primo giorno è duro, tuttavia, il secondo arriviamo a Fisterra: la bella spiaggia e la tranquillità del posto ci piacciono. Filiamo diretti al capo Finisterre. Del fumo esce dalle rocce, i pellegrini a cui gli resta ancora una suola, la bruciano su queste pietre. Si liberano della conchiglia di Santiago e l’abbandonano alla natura intorno ( è sempre qualche grammo in meno nello zaino per il ritorno!). Potremmo restare ore qui, l’Atlantico davanti a noi è eccezionale, le imbarcazioni sono piccole laggiù, la calma regna, si sta bene ;) Ritornando con i piedi a terra, dove dormiamo questa sera? Cerchiamo l’albergo di Miguel, un amico di un giornalista della “La Voz de Galicia” che ci ha visto leggere il nostro articolo di giornale a Santiago e ci ha dato il suo contatto. All’albergo del Sole e della Luna, Miguel ci aspetta, accetta che gli occupiamo il giardino con la nostra tenda. Miguel è rimasto incantato da Fisterra. È arrivato qualche anno fa, fece le valigie e lasciò casa e famiglia per cercare la sua strada. Si è affidato completamente al suo destino e la vita l’ha condotto qui. Miguel è uno spirito libero e il suo volto parla per lui. È uno che nella vita si è sempre reinventato e ne ha viste e fatte di ogni. Ha iniziato offrendo ospitalità ai pellegrini in cambio di donazioni, è stato il primo qui. Oggi quella casa è diventata un punto di riferimento per viaggiatori di tutto il mondo che transitano da queste parti. Miguel è anche maestro reiki e in questo periodo si ritira sulla montagna per riflettere. Vorrebbe dare una nuova direzione alla sua attività puntando di più sulla parte spirituale: eventi di yoga, massaggi e reiki, sono aspetti molto più vicini al suo modo d’essere.
A Fisterra, non sono pochi i pellegrini che decidono di non partire più, o almeno non subito : due ragazze tedesche incontrate all’albergo hanno deciso di perdere il proprio volo...Molti altri si sono accampati nella pineta della spiaggia a Mar de Fora, alcuni da più di un anno, vivono di pane e amore! (in realtà di pesce che lo stesso si pescano) Chissà, Santiago era forse un hippy? Sono passati 55 giorni dalla nostra partenza e ci sono alcune cose che si ripetono ogni giorno o quasi: - Lo sprint di Marco: una volta al giorno, non di più, quando si presenta una salita, Marco inizia ad accelerare e supera Tiphaine facendo la cronaca “ed ecco che con uno sprint finale Marco Buonomo si stacca dal gruppo...é a un passo dal traguardo...guadagna la prima posizione! Incredibile l’emozione che ci regala questo ciclista...” Questo fa morire dalle risate Tiphaine che è costretta a fermarsi nel bel mezzo della salita. Ma dopo Marco é così stanco dello sforzo che alla salita succesiva Tiphaine lo deve aspettare...”ma è colpa della bici se in salita sono più lento” - Avete presente i piccoli catarifrangenti e le bande rumorose ai bordi delle strade? E bene sono perfette per infastidire i ciclisti. Quando le auto vanno a velocità spedita sulle nazionali, bisogna cercare di pedalare tra questi piccoli ostacoli e il canale che c’è al lato. Alla minima distrazione, hop ed ecco che una lucina o una banda rumorosa sono una “gioia” per le nostre chiappe. - Più di una volta al giorno domandiamo dell’acqua nei bar o ristoranti se non troviamo una fontana pubblica. In generale le risposte sono positive, anche se non accompagnate sempre da un sorriso. Ma ci è anche capitato di sentire: “l’acqua non é potabile” (si si certo!), “l’acqua non è gratuita!” (ma quanto potranno mai costare 4lt di acqua di rubinetto in Spagna?!). Altre volte sono estremamente gentili e, se si tratta di acqua per fare la doccia, ci chiedono se la preferiamo calda! Lusso!
- Quando arriva sera e i nostri corpi comunicano stanchezza, cerchiamo un posto per dormire. Da un po’ di tempo chiediamo di mettere la tenda nei giardini che ci sembrano più simpatici. A volte, in Spagna e Portogallo, la gente ci indica un parco pubblico o un camping vicino, anche se hanno a disposizione ettari di giardino, altre, fortunatamente, accettano dopo qualche minuto di chiacchiere. Ma a differenza della Francia, l’interno della casa, rimane qualcosa riservata solo alla famiglia...quindi l’accesso al bagno è raro...non bisogna domandare troppo! Al contrario, spesso ci portano da mangiare e ceniamo davanti alla nostra piccola tenda J - Alcuni numeri:
o Abbiamo percorso più di 2.000 chilomentri (la Spagna è più lunga che pensassimo) o Con 80centesimi di benzina cuciniamo ben 12/15 volte o Abbiamo imparato a lavarci con 1litro di acqua. |
AutoriMarco + Tiphaine: cicloviaggiatori alla scoperta del Mondo e di realtà ecosostenibili VideoNEWS-LETTERSEGUICI SUSCRIVICIT-ShirtFOTOCategories
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