Grazie a Marco Totaro per il montaggio.
Basta un fiume e tra una sponda e l'altra cambiano usi, costumi, lingua, leggi, mercati, opportunità. Eccoci di nuovo in Spagna. Questa volta in Andalusia, terra di lavoro, terrà baciata dal sole, terra che scotta. Tutti ci avevano avvisato: “In Andalusia in bicicletta? Siete pazzi, fa troppo caldo”. Ciò nonostante siamo fortunati, quest'anno l'estate è stata clemente. Ci lasciamo il Portogallo alle spalle con il sole che tramonta. Dopo più di un mese, fa strano salutarlo! Due penne esaurite e un quaderno pieno di parole, giunto ormai al termine, mi fanno capire che il tempo scorre e realizzo che sono passati già tre mesi dall'inizio del viaggio. Siamo a Settembre e in questo periodo, di solito, la gente riprende la vita di tutti i giorni. Ricominciano i mal di testa e il profumo d'estate in breve tempo sarà solo un ricordo lontano.
Al rientro dalle vacanze dimenticavo puntalmente la password del computer di lavoro. Durante le ferie la mia mente iniziava a volare. Sognavo una vita diversa, una soluzione, un cambiamento, tutto sembrava possibile in quei momenti di spensieratezza, di tranquillità. Poi il lavoro e la routine mi portavano con i piedi a terra. Quattro, cinque settimane di “aria” all'anno e poi “giù con la testa e lavora!” e così per il resto della vita. C'è qualcosa che non va, mi domandavo. Perchè mai mi autocostringo a tutto ciò? Con gli anni i sogni si sbiadivano sempre più e lasciavano posto ad un profondo senso di insoddisfazione, di inquietudine. Pensavo di essere l'unico a sentirsi così. Volevo fare il passo, ma non avevo il coraggio, non sapevo dove iniziare. Rimettere tutto in discussione, andare contro corrente, non è facile! Eppure una via d'uscita c'è. Quella via siamo noi! Siamo noi l'unico grande ostacolo da superare. Una volta fatto, tutto il resto è in discesa. Il Mondo là fuori non cambia è sempre lo stesso. Siamo noi che a seconda delle lenti (anche per questo CycloLenti) che indossiamo lo vediamo in un modo o in un altro. Siamo noi a cambiare! CyloLenti non è un semplice avventura in bici, ma un viaggio che piano piano ripercorrerà le strade che conducono a qualcosa che si sta perdendo: il buon senso, l'umanità! Marco Scendendo da Monchique ad Albufeira, lasciamo un mondo per trovarne un altro. Con due colpi di pedali, ci ritroviamo 500mt più in basso. Più in basso anche tra i pasticci umani? La costa sud portoghese è sfigurata da una cementificazione senza limiti. Strutture ricettive, previste per accogliere il turismo di massa alla ricerca si sole e spiaggia, dilagano. Hanno dimenticato forse che il turista ama anche la natura... Dopo questa breve esperienza costiera, ritorniamo volentieri nell’entroterra prendendo la strada per Loulé. Dopo più di 3.000 km siamo così allenati che sorpassiamo addirittura un’Apecar. A Loulé ci ospita la zia del marito di Muriel, una delle mie ex colleghe di lavoro. Fa piacere notare che si mobilitano per noi dalla Francia (grazie Muriel e Vincent). Nonostante siano stati avvisati meno di 48h prima del nostro arrivo, Euriclea e Lourenço ci accolgono come se facessimo parte della loro famiglia. La cittadina è molto carina, ha un grande mercato comunale ed è un piacere fare due passi. Andando verso Faro, incontriamo per caso e per la seconda volta, Olha Sic, una trasmissione televisiva portoghese. Ieri in un negozio a Loulé, ora nel cortile di un’associazione d’artisti. Riprendono iniziative portoghesi di varia natura e quindi anche ecovillaggi. Tra l’altro sono già stati a Terramada, la nostra prossima destinazione. La strada ci fa passare da Tavira, un grazioso paesino, dove veniamo ospitati da Howard e Karin nel loro enclave inglese. Passata la sopresa (li citofoniamo alle 21h), piuttosto che il finto prato per piantare la tenda, ci propogono una camera matrimoniale con tanto di bagno privato, qualcos’altro? ;) Il 31 Agosto, a fine mattinata, arriviamo all'ecovillaggio di Terramada sulle rive del lago di Beliche. Dopo la bella sudata per giungere fino a qui non esitiamo un solo istante quando ci propongono un bagno nel lago. Scopriremo qualche giorno più tardi che la stessa acqua viene usata per le docce e per bere. Geneviève e Guy, francesi, la bevono da 27 anni e non c'è da preoccuparsi. Nel 1987, sulla quarantina, fondano Terramada e vi si trasferiscono con i loro tre figli. Oggi tra gli abitanti c'è anche Angeles che si è sistemata nella sua super roulotte e sua figlia che insieme al compagno e il loro bambino vivono in una Yurta. Geneviève e Guy sono aperti ad accogliere nuovi membri permanenti, c'è molto spazio, se interessati contattateli pure via email o blog. Terramada è anche un progetto avanzato di Permacultura. In particolar modo abbiamo potuto ammirare un sistema di fitodepurazione molto eleborato (ossia un metodo di depurazione naturale delle acque reflue ). Inoltre, privilegiano un'alimentazione istintiva: ovvero mangiare gli alimenti allo stato più naturale possibile, quindi crudi, non trasformati, non mischiati...e mangiarli quando il loro gusto e il loro odore ci piacciono...seguire il proprio istinto! Se volete passare delle vacanze piacevoli in Portogallo, Terramada vi propone l'affitto del loro Tepee in terra/paglia o la loro casa in bambù. Organizzano frequentemente dei cantieri partecipativi (il prossimo sarà per la costruzione di un secondo tepee in super-adobe) e vari workshop (dalla permacultura alla fisica quantistica). Tra tutti i posti ecosostenibili che abbiamo visitato, devo ammettere che ho un debole per Terramada. Perchè? Che cosa ha di così speciale? Sebbene abbiano il loro modo di vivere, le loro convizioni, la loro filosofia, non c'è niente che vi impongano. L'unica regola fondamentale è che l'ambiente messo a disposizione sia rispettato. Qui è più facile che in altri posti in quanto vi sono spazi privati, aree per accogliere persone di passaggio come noi e aree comuni a tutti. Guy e Geneviève sono partiti da un terreno aridissimo e con pochissimi soldi. Con tanto ingegno hanno saputo trasformarlo in un piccolo paradiso. Non dimenticheremo mai le lezioni di stretching di Melissa, loro figlia, sotto il salice piangente mentre gli uccellini cantavano in sottofondo; ripetiamo gli esercizi quasi tutte le sere dopo la nostra lunga giornata di bici. Nonostante Guy e Geneviève siano vicini agli anni della pensione il loro spirito è eternamente giovane e il loro approccio alla vita sembrerebbe non contemplare mai una fine: un giorno qui faremo la nostra casa, qui pianteremo questo e là faremo quest'altro...a Terramada non si smette mai di sognare! Ancora una volta bisogna partire. Oggi attraverseremo il Rio Guadiana e con esso lasceremo anche il Portogallo.
Tiphaine Da Sagres a “La Belle Verte” (il Pianeta Verde): 700 mt di dislivello, vento in faccia e niente viveri alla partenza. Tanto troveremo sicuramente qualche supermercato lungo la strada. 10km...20km...30km...40km e nemmeno l'ombra di un negozietto per comprare da mangiare. Percorriamo delle strade secondarie per raggiungere la zona di Monchique e non incrociamo niente e nessuno. Fortunatamente è fine Agosto e lungo la via la frutta è abbondante: un albero di fichi ci salva dall'ipoglicemia e qualche metro più in là un signore ci offre dei fichi d'India già sbucciati. Ripartiamo pieni d'energia. Il dislivello si fa sentire (ad occhio direi +30% almeno!), quando ci imbattiamo in un aranceto semi abbandonato. A terra è pieno d'arance che marciscono, ma sui rami ne resta ancora una gran quantità. Le assaggiamo scettici, ma sorpresa: che delizia! Ne facciamo subito una piccola scorta per il resto del cammino, ma senza esagerare perchè sono sempre chili in più da trasportare. Per completare questa collezione, ecco un bel vigneto con dei grappoli d'uva che debordano dal recinto, ne afferriamo qualcuno al volo. Tuttavia, non si può negare, sappiamo perchè gli sportivi mangiano della pasta: a 600mt d'altitudine siamo senza più forze. Piantiamo la tenda in mezzo ad un campo di limoni, la vista sul mare è mozzafiato. Una bella notte di sonno e una colazione a base di...frutta, ovviamente, ed eccoci sulle strade sinuose della Serra de Monchique in direzione di “La Belle Verte”. Si, si, esatto Il Pianeta Verde come il titolo del film di Coline Serreau uscito nel 1996 (Qui il trailer). Su questo pianeta la popolazione vive in totale armonia con la natura, non usano né soldi, né auto, l'educazione ha un'altra forma, i suoi abitanti praticano la telepatia... Di buon mattino, siamo ormai in prossimità, risaliamo la valle e poi a piedi lungo un ripido sentiero. Dopo qualche minuto di cammino appaiono le prime tracce di vita umana: una casetta in stile hobbit, un orto, un'abitazione in legno, un bagno secco, una casa in terra e paglia in costruzione, del compost, delle tende qua e là e non un solo abitante! Ma dove sono? Nessuna traccia nemmeno di Anthony, incontrato da Francine una settimana fa, eppure abita qui. “Buongiorno” ecco Walter e le sue due figlie Melissa e Nathalie che spuntano dal nulla. Walter, tedesco, sua moglie Marie, francese, e i loro 3 bambini Samuel, Melissa e Nathalie, sono venuti ad abitare qui già da quattro anni. Hanno vissuto in diversi ecovillaggi e comunità ma nessuno di essi rappresentava a pieno i loro ideali, così hanno creato il proprio progetto: La Belle Verte. Hanno acquistato due ettari di terra sui quali scorre un ruscello d'acqua pura di montagna e hanno cominciato a piantare alberi, avviare orti e infine delle abitazioni.
La tecnica dello splatch è ancora meno costosa in quanto consiste solo di un impasto di terra e paglia che lo si accatasta per erigere dei muri, niente sacchi. Di contro richiede un po' più di tempo: per dei muri di 40cm di spessore, salivamo non più di 30 cm al giorno per permettere allo strato fresco di seccare prima di procedere con quello successivo. Dopo 4 giorni di splatch le nostre mani sono belle lisce a furia di dare forma alla terra e la nostra schiena muscolosa a furia di portare secchi pieni di terra/paglia. Ce ne vuole di energia per costruire la propria casa! Ecco la sequenza: A La Belle Verte esiste anche un'altra piccola abitazione: la Ker-Terre. Una costruzione semplice e calorosa che la si realizza mischiando la terra a delle erbe. La fautrice di questa tecnica è Evelyne Adam. Marie ne ha costruite già due, di cui una completamente da sola e mentre era pure incinta. Un'altra particolarità da Marie e Walter è l'educazione dei propri ragazzi. Di fronte ai nostri numerosi interrogativi, ci danno delle spiegazioni. Considerano che l'educazione di oggi non permette ai bambini di crescere in modo corretto e che anzi, rappresenti un ostacolo al loro apprendimento. "La scuola non fa altro che formare dei futuri adulti che possano servire lo Stato e che non diano fastidio alla società e ai suoi scopi" affermano. Questo video illustra bene il concetto: cambiare i paradigmi dell'educazione É normale che dei bambini debbano restare seduti per delle ore ad ascoltare degli adulti che vogliono a tutti i costi fargli entrare delle cose in testa? A quell'età hanno piuttosto voglia di essere fuori...Non possono imparare dalla natura e il mondo che gli è intorno? Non imparano meglio se lo fanno spontaneamente? I loro tre figli hanno meno di 10 anni e parlano perfettamente 4 lingue, hanno una sicurezza e una maturità sconcertante. Uno dei libri a cui si sono ispirati i genitori è quello di A.S. Neill “I ragazzi felici di Summerhill”. Il modo in cui educano può essere criticabile sotto alcuni punti di vista, ma è un'alternativa molto interessante alla scuola “tradizionale”. Molti ragazzi vanno “male” a scuola, ma non è forse il sistema educativo attuale ad essere sbagliato?
Fine Agosto, già tre mesi che viaggiamo, siamo ancora in Portogallo...niente fretta...a parte l'inverno che si avvicina! Tiphaine Una delle prime domande che viene in mente quando si ascoltano storie di persone che intraprendono una strada meno tradizionale è: come fanno a livello economico? Durante questo viaggio mi rendo sempre più conto che i soldi, pur restando uno strumento utile di scambio, acquisiscono una rilevanza meno importante rispetto a quella che normalmente ho attribuito loro. “Il denaro è utile come sono utili le fogne, ma non si può pensare ad una cultura delle fogne" dice il regista/scrittore Silvano Agosti (qui una sua intervista). Karl, tedesco, e Judit, spagnola, sono al verde. Eppure portano ugualmente avanti il loro progetto: vivere in armonia con la natura insieme ad altre persone, creando una comunità e cercando di essere il più autosufficienti possibile. Non hanno il terreno, non hanno l’automobile, la casa e neanche un lavoro fisso ed ora che è arrivato Paul la famiglia si è allargata. Ciò nonostante sono animati da una grande volontà e giorno dopo giorno il loro sogno prende sempre più forma. Il destino quasi per incanto lavora al loro fianco e così accade che … Un signore, proprietario di svariati ettari di terra, gli concede una vallata per potersi stabilire; amici e persone, messe in rete attraverso un’associazione di aiuto reciproco, giungono da tutti gli angoli del Portogallo per dare una mano a ristrutturare un rudere che diventerà la loro dimora; sinergie nascono con i progetti limitrofi e un invisibile meccanismo sembra azioni una spirale virtuosa dal moto perpetuo.
Dopo la grande abbuffata è ora di “lavurà”. Si fanno delle palline con l’impasto di sterco ed argilla e si lanciano contro il muro. La stesura dell’intonaco è come un gioco e mamme e bambini si dimostrano tiratori dalla mira eccellente. La terra si può lavorare a mani nude, non hai bisogno di strumenti. Può aiutare chiunque, anche i bambini, e se cambi idea la puoi sciogliere in acqua e riutilizzare per nuove forme. Il più delle volte è reperibile a km 0. Nei giorni a seguire impariamo una tecnica di impermeabilizzazione piuttosto singolare. È molto usata in Messico e consiste nello spalmare a più riprese una gelatina ottenuta tenendo al macero foglie di cactus in un bidone chiuso per un paio di settimane. Sorprendente! Tanja e Michael, Francine e Ferry, Karl e Judit, 3 coppie, 3 capacità economiche diverse, 3 tipi di approcci, 3 traguardi, un unico sogno. Volere è potere e le parole di William Hutchison Murray, unite a quelle di Goethe, sintetizzano molto bene questo concetto: "C'è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute... L'audacia ha in sè genio, potere, magia. Incomincia adesso!" Il gallo canta alle 7:00 in punto per circa mezz’ora. Al primo “chicchirichi” sono già sveglio ed eccitato come un bambino la sera prima del suo compleanno. Alle 8:00 le bici sono già cariche come dei muli. OGGI SI VA IN VACANZA! Dopo tre mesi di viaggio all’attivo abbiamo voglia di una pausa, di tempo da dedicare all’ozio totale. I nostri amici milanesi ci aspettano a Sagres, la punta del Portogallo, nella loro bella casa iperaccessoriata.
A metà strada il caldo si fa sentire e decidiamo per un tuffo a mare. La spiaggia è affollatissima. Perché? Ah, è vero, è agosto e siamo tutti a far vacanza. Dopo un mese nelle calme campagne portoghesi questo caos ci scombussola. Sudati, con i vestiti e i capelli sporchi di terra, stropicciati, ci sentiamo degli alieni. Il desiderio di una doccia è intenso e ci dà lo stimolo a pedalare per gli ultimi chilometri che ci separano da Sagres. Alle nove di sera il nostro desiderio si materializza. Freschi e profumati ci sistemiamo a tavola. La brace è calda, qualche minuto d’attesa e i nostri canini affondano in una succulenta grigliata di carne. Marco |
AutoriMarco + Tiphaine: cicloviaggiatori alla scoperta del Mondo e di realtà ecosostenibili VideoNEWS-LETTERSEGUICI SUSCRIVICIT-ShirtFOTOCategories
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