Tiph è da un po' che sogna di affondare i denti in un succuso cocomero che da queste parti, insieme ai vigneti, sono abbondanti. Arranchiamo sotto il sole che ci stordisce, le ruote sembrano quasi incollate all'asfalto, ci saranno almeno 40ºC, dobbiamo assolutamente fermarci. Un ragazzo sbuca alle nostre spalle :« è per voi » e ci porge un cocomero intero. Ci avrà letto nel pensiero !?! Ripartiamo con qualche decina di chili in più sul portabagagli. Si cambia registro, ci vuole una nuova strategia, pedalare in questo inferno non è davvero possibile. Pizzico sulla pancia e alle 6:30 del mattino le nostre chiappe toccano già la sella. Lungo la strada carretti di ogni tipo e con ogni sorta di ruota vengono tirati da cavalli. Non sarebbe male viaggiare così, chissà se un giorno pure noi adotteremo questa modalità. Prima del confine una stazione di servizio preannuncia un imminente cambiamento...marchi di multinazionali che, con piacere, non vedevamo da tempo, mi danno il presentimento che al di là di quel portale ci sia qualcuno con parecchia voglia di sentirsi considerato nella grante ruota del capitalismo. Addirittura un mega poster con tanto di cornetto e cappuccino, ci manca solo la scritta « menu buongiorno » e siamo a posto ! Un cartello tra l'inconsapevole e il comico, quasi a prendere in giro il « vicino di casa » recita : Azerbaijan border, good luck . « Guarda la telecamera per favore...puoi aprire i bagagli ?...Sei stato in Armenia ? Benvenuto in Azerbaijan ! »Varchiamo gli alti cancelli che si aprono e si richiudono alle nostre spalle. Un posticino all'ombra è quello che fa per noi per schiacciare un bel pisolino. Macchè, si boccheggia anche all'ombra e mi sveglio grondante di sudore mentre un tafano mi ha appena pizzicato. Dopo un'ora la mano sinistra è gonfia come un palloncino. Percorreremo la strada del nord che corre ai piedi delle montagne, ci aspetterano parecchi sali e scendi, ma avremo meno macchine, più punti acqua e più ombra.
Sul cammino incontriamo una coppia di ciclisti inglesi : John e Ginevra. Correggono i libri prima di essere pubblicati e questo lavoro a distanza permette loro di viaggiare e guadagnarsi da vivere. Sono entrambi musicisti e sono diretti in Indonesia per studiare musica, più esattamente il « gamelan ». Abbiamo lo stesso itinerario, pedaleremo per un po' insieme. John è il primo inglese che vedo cucinare come un italiano. Dai loro bagagli esce un vero e proprio arsenale da cucina. Coltello giapponese, tagliere, una bottiglia per l'olio e una vaschetta intera per le spezie. Sono tantissime e hanno tutte quelle che servono per comporre il proprio curry. Per giorni la sera, il farsi da mangiare, diventa un vero e proprio rito. Puntuali, alle 18:00, ci troviamo un posticino per campeggiare, il sole tramonta, l'aria si rinfresca, gli alberi ci fanno ombra, le giornate sono ancora lughe, l'atmosfera si condisce di una dolce melodia, è Ginevra che suona il violino.
Marco