Velocemente avanziamo tra gole profonde, montagne scoscese, colture terrazzate. I visi non sono più cinesi, le donne indossano dei cappelli mantenuti da lunghe trecce di cavallo e portano orecchini di pietre verdi o dorate. La strada diventa un sentiero, nel guardare la mappa ci è sfuggito che c’è un colle a 3000mt da passare, siamo ben presto a corto di cibo e di acqua e l’autobus che ci supera non mostra un minimo segna di pietà per noi…terminiamo a piedi che anche l’aria comincia a mancarci. E infine conquistiamo la cima, contente, assaporiamo la vista che si offre a noi, guarda... eravamo laggiù!! Nella discesa, è la campionessa sportiva di raid a occupare la prima posizione, Sophie ha perfino il tempo di fumarsi una sigaretta mentre mi aspetta. Si è vero, ha degli ammortizzatori e nessun bagaglio sulla ruota anteriore, ma rimango di stucco! Inizialmente tutti si preoccupavano di sapere se la mia amica fosse stata in grado di seguirmi, ma dimenticavano che sarebbe stata una sportiva di raid e campionessa della corsa SaintéLyon a raggiungermi. Io mi preoccupavo piuttosto di sapere se avessi avuto abbastanza bagagli da refilarle per rallentarla!
Mentre la notte si avvicina e abbiamo visto sin troppa gente ubriaca nei villaggi attraversati, ci viene in mente che forse non sarebbe saggio campeggiare in questa valle, due ragazze sole…ecco che arriva un pick-up lussuoso. Cambio di situazione, non abbiamo neanche fatto in tempo ad alzare il pollice ed eccoci caricate da 3 cinesi curiosi di vederci qui. A bordo è come un volo in business, sedili in pelle, clima, televisione, il servizio è incluso: bevande fresche, biscotti, carne essiccata e speziata, sigarette a volontà, se lo si desidera. Chissà, forse siamo in compagnia della mafia cinese, i vetri sono oscurati, sono ben vestiti e dall’aria seria…Ci impiegheremo ben 2h per percorrere 40km! La nostra intuizione era buona, i 35km prima di Meigu sono di lavori in corso, fango ovunque, circolazione alternata. Arrivati a Meigu è l’inferno, in città è una caos unico, c’è folla ovunque e qualsiasi struttura per alloggiare ci rifiuta…perché? Una ragazza ci guida fino a Wendy, è canadese e insieme ai colleghi giapponesi e americani, sono volontari per una ONG del posto che aiuta gli Yi dal punto di vista igienico e sanitario. Ci spiega che presto c’è il capodanno Yi, ecco spiegato il gran fermento e i rifiuti degli hotel agli stranieri, mantengono le camere per i membri della loro etnia. Dove andremo a dormire stasera? C’è gente ubriaca ovunque che sarà difficile evitare…i volontari che abitano qui da anni, parlano Yi (molti degli Yi non parlano cinese!) e li conoscono bene, ci daranno una bella mano.
Si, visto che le difficoltà non sono finite, l’indomani passiamo 12h in un autobus, dal comfort pari a zero, per percorrere i 200km che ci permetteranno di uscire dalla valle di Meigu. Quest’ultima è in ricostruzione, c’è un traffico infinito, non facciamo che mangiare della polvere…Ma com’è possibile che abbiano iniziato a fare dei lavori per tratti di 200km alla volta e non più piccoli? Le persone che vivono vicino a questa strada sono ricoperti di polvere, come fanno a respirare? Secondo me c’è un vero e proprio “inciarmo” da parte dello Stato cinese, un’espressa intenzione di voler isolare questa regione e rendere la vita difficile ai suoi abitanti. Sono più di due anni che la strada è in queste condizioni. Inoltre, la città di Meigu ha le fogne a cielo aperto, si sta espandendo troppo velocemente e le infrastrutture non reggono il passo.
gli aneddoti dietro le foto
La sinfonia del del Mah Jong
non contrariare gli yi ubriachi
al villaggio degli operai cinesi
Tiphaine